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Oriali, retroscena su Mazzola: “Gli stavo sui maroni e volevano vendermi, ma io…”

Lele Oriali si è raccontato a ‘Il Guerin Sportivo’ e ha rivelato i retroscena del suo rapporto con Mazzola che qualche giorno fa lo ha accusato di essere stato scorretto nei suoi confronti. A quanto pare il rapporto tra i due non sono...

Eva A. Provenzano

Lele Oriali si è raccontato a 'Il Guerin Sportivo' e ha rivelato i retroscena del suo rapporto con Mazzola che qualche giorno fa lo ha accusato di essere stato scorretto nei suoi confronti. A quanto pare il rapporto tra i due non sono mai stati dei migliori.

MAZZOLA E I MARONI – Tutto è cominciato quando giocava nell' Inter e  - mentre era in vacanza al mare  - gli arrivò una telefonata, qualcuno voleva venderlo all’Ascoli: “Lo avevano fatto senza consultarmi, ci sono rimasto malissimo. Volevano vendermi perché stava sui maroni a Mazzola che era appena diventato il dg dell’Inter, in campo avevo corso anche per lui, ma una volta diventato dirigente mi ha sempre fatto la guerra. Mi hanno anche tolto la fascia di capitano, volevano fossi la spia dello spogliatoio, ma non mi sono mai piegato al volere della dirigenza. Ho chiesto di parlare con Mazzola e gli ho detto che non mi sarei mai mosso dall’Inter. Lui voleva che accettassi a tutti i costi l’Ascoli altrimenti non mi avrebbe più fatto giocare. Gli risposi che piuttosto avrei attaccato le scarpette al chiodo. Il giorno dopo volevano vendermi al Napoli. Io ho chiesto di parlare con Bersellini e il mister mi ha tenuto con sé, all’inizio in panchina, poi da titolare”, racconta l'ex dirigente nerazzurro.

A PROPOSITO DI SCORRETTEZZE - Poi arrivò il 1983 l’anno dell’addio all’Inter: “Scelsi la Fiorentina perché avevo un accordo con Allodi e perché c’era il mio amico Antognoni, mi volevano il Napoli, la Juve e la Roma. E anche allora Mazzola e company furono scorretti, dissero ai tifosi che volevo andarmene per i soldi e il mio addio lo fecero passare come un tradimento. Lo sentii io stesso con le mie orecchie”.

IL BECCA – Uno dei colleghi che Lele ricorda con più stima è Beccalossi. “Un fenomeno ed un ragazzo di compagnia, se solo avesse capito prima come ci si doveva allenare. Comunque si tratta di un genio, di uno che poteva vincere le partite da solo”.