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Regina Baresi: “Io gioco in attacco, papà  non mi faceva vincere mai. L’Inter e…”

Stesso ruolo, stesso cognome, maglie diverse. Giuseppe e Franco Baresi, un interista e un milanista. L’allenatore in seconda dell’ Inter ha un passato da giocatore nerazzurro e una figlia che gioca a calcio in A2. Regina è nata e...

Eva A. Provenzano

Stesso ruolo, stesso cognome, maglie diverse. Giuseppe e Franco Baresi, un interista e un milanista. L'allenatore in seconda dell' Inter ha un passato da giocatore nerazzurro e una figlia che gioca a calcio in A2. Regina è nata e cresciuta con in testa e nelle gambe la sponda giusta di Milano. Ancora oggi al momento dell'appello nello spogliatoio, prima di cominciare la partita, gli chiedono se è figlia di Franco Baresi, lei risponde "E' mio zio, mio padre è il Baresi interista". Quello giusto insomma. Sport Week ha intervistato la giovane campionessa che, in barba ai ruoli dei due familiari, fa l'attaccante e gioca nella formazione femminile dell' Inter

Il calcio le porta via tanto tempo? 

"Mi alleno tre volte a settimana. Spesso esco di casa alle otto del mattino e rientro alle 11. Mi occupo di e-commerce in un negozio Football Team, non è sempre facile avere la forza per andare ad allenarmi, ma la passione compensa certi ritmi".

Ma non volevano farti giocare a pallone...

"Mi hanno fatto provare tutti gli sport possibili, poi li ho convinti che il mio sport era il calcio. Dopotutto sono cresciuto con Holly e Benji e senza bambole. Anzi una Barbie ce l'avevo, quella che avevano lanciato con la maglia dell'Inter". 

Obiettivi personali e per la sua squadra?

"Arrivare in A e indossare la maglia della Nazionale. Sarebbe bello avere maggiore legame con l'Inter e avere più visibilità, ma per il calcio femminile non è facile. L'Italia ha ancora una visione maschilista del calcio". 

Com'era giocare con il tuo papà?

"Bellissimo. Giocavamo spesso in casa, in corridoio e al mare. Se mi lasciava vincere? Macché spingeva e entrava pure in scivolata". 

Come mai fai l'attaccante? 

"Forse per il gusto di segnare. Vorrei avere come compagno di reparto Borriello, mi piacerebbe ricevere assist da Sneijder e vorrei segnare a Julio Cesar". 

I tuoi idoli nerazzurri?

"Ronaldo prima. Zanetti adesso". 

Pesa essere una Baresi?

"E' una responsabilità in più, devo sempre dimostrare di giocare perché merito e non perché sono 'figlia di'. E fuori dal campo devo sempre stare attenta a vedere chi si avvicina per il proprio tornaconto personale".

Il tuo papà ti segue?

"Mia mamma c'è sempre, lui quando può. E' spesso via, ma i suoi sms non mancano mai. Mi dà consigli, è molto critico, mi dice come muovermi in campo".

Cosa ti raccontava da piccola?

"I derby con lo zio. Fratelli, capitani, che bello vedere le loro foto. Due bandiere opposte che si danno la mano a centrocampo".

E il ricordo più bello da quando lavora in panchina? 

"Il due a zero a Catania. Quando Mou è stato espulso e ho visto la sua prima da allenatore, tanta roba". 

Più forte papà o lo zio?

"Mi sa che il più forte era mio zio. Ma dobbiamo proprio dirlo?".

Esultanza?

Non ne ho una personalizzata. A volte ci scappa un balletto, ma spesso uso l'esultanza di Pazzini. Quella con gli occhi.

Single o fidanzata?

"Single e se potessi punterei Borriello. O Cristiano Ronaldo, consiglio al presidente di comprarlo".

Cosa ti piace di Milano?

"San Siro e la cotoletta. Mangio anche la Nutella, mi dà un sacco di energia. Esco di venerdì sera, poi cose tranquille. Tacco dodici? Macché, non ci so camminare". 

Datti dei voti...

"6 per i colpi di testa, ho paura. Sei per la potenza, sette per la visione di gioco. Otto per la tecnica e velocità nove". 

Tre aggettivi per descriverti...

"Timida, orgogliosa e...interista". Per fortuna.