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Inter, torna Sensi. I quattro motivi per i quali Conte ha sentito la sua assenza

Il talento nerazzurro manca dai campi da ottobre in pratica e si spera che stia bene e ricominci il percorso di inizio campionato

Eva A. Provenzano

Il 2020 si apre nel segno di Stefano Sensi. Il giocatore dell'Inter ha recuperato dagli infortuni che gli hanno fatto andare storti gli ultimi mesi del 2019. Il Corriere dello Sport dedica un pezzo al centrocampista di Conte e fa un elogio a Borja Valero, chiamato a sostituire lui e Barella in un momento di emergenza. "E’ giusto riconoscere a Borja Valero, il suo sostituto, un livello notevole di professionalità, se la squadra non ha perso contatto dalla Juve è anche merito del sorprendente rendimento dello spagnolo, chiamato a giocare 7 partite di fila (di cui 5 da titolare), dopo non aver visto il campo nelle prime 12 gare di campionato", si legge in un articolo del giornale sportivo firmato da Polverosi.

Ma sicuramente Sensi è mancato tanto a Conte e alla sua Inter e il suo recupero sarà importante non solo per l'allenatore nerazzurro ma si spera anche in chiave Nazionale. Mancini lo aspetta per maggio. Per quattro motivi il giocatore ha fatto sentire la sua assenza:

  • Perché Stefano è un giocatore completo, utilizzabile come "regista (o centrocampista centrale), la mezzala (o interno), il trequartista (o centrocampista avanzato). Conte modificava l’Inter attraverso la posizione di Sensi e il suo ritorno consentirà al tecnico salentino di rendere ancora più ricca ed equilibrata la squadra". 
  • E' un giocatore capace di trasmettere, come Barella, idee e rapidità alla manovra. E senza lui e Nicolò il gioco nerazzurro si è perso.
  •  Sensi si è adattato subito al gioco di Conte. E' sembrato come se giocasse con lui da sempre. Prima dell'infortunio aveva giocato 6 gare in Serie A con la maglia nerazzurra, aveva segnato 3 reti e fornito ai compagni 4 assist. Chi ha giocato più di lui non ha reso tanto in chiave gol.
  • Il CdS fa un paragone con Marchisio: "In un certo senso lo ricorda. Poteva fare l’interno per inserirsi in area senza palla e, all’occorrenza, spingersi in avanti per rifinire l’azione. Conosce alla perfezione i tempi del “rimorchio” che irrompe in area a fari spenti"
  • (Fonte: Corriere dello Sport, 4-1-2020)

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