Il direttore del Corriere dello Sport aveva parlato di portieri a cui il consenso social e le apparizioni in tv "hanno dato alla testa" e si è innescata una polemica
"Mi spiace per tutti gli onanisti che si eccitano con i dissing tra persone più o meno esposte e - immagino - detestate: quello con Viviano si è concluso con una lunga telefonata, un chiarimento e scuse reciproche per qualche eccesso da irritazione non controllata". Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, chiude la polemica con l'ex portiere che a partire da questa stagione, oltre alle trasmissioni di TVPlay, partecipa anche a Pressing, su Mediaset.
"Si può esprimere disaccordo, dissenso, divergenza di opinioni senza offendere, denigrare, insultare… Anche se è poco social", ha aggiunto ancora il giornalista spiegando così di non avere nulla contro l'ex estremo difensore e di aver chiarito tutto con lui.
Cosa era successo
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I due avevano avuto uno scambio acceso sui social dopo che Zazzaroni aveva scritto senza far nomi: "Ci sono ex portieri ai quali il consenso social, qualche migliaio di follower e un po' di tv hanno dato alla testa. Hanno avuto carriere mediocri e, una volta usciti dal giro, hanno capito che sparando minchiate su qualcuno magari più solido di loro possono catturare l'attenzione di pochi imbecilli. Li capisco, dev'essere dura reinventarsi, senza alcun tipo di preparazione, una nuova identità e un nuovo ruolo. Per fortuna ci sono i social e gli imbecilli".
Viviano aveva replicato: "Penso che si riferisse a me, forse perché l'altro giorno qui ho detto che non mi piace sentire Zazzaroni come opinionista. Ho pensato un po' a come rispondere, ci sono un po' di cose inesatte in ciò che dice. La prima: Zazzaroni è un giornalista sportivo e giudica, quindi dovrebbe anche essere giudicato. Io non ho detto che è scemo o mediocre o che si deve reinventare facendo il giudice a Ballando con le Stelle. Parla di carriera mediocre ma io sono arrivato in Nazionale e non mi sembra che lui abbia vinto un premio Strega o un Pulitzer. La cosa importante, però, è che faccio parlare di me per quello che dico. Non come lui che, per vendere qualche giornale, qualche tempo fa ha fatto qualcosa per cui io - fossi stato il proprietario - l'avrei tolto da ogni lavoro editoriale".