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Stadio, Oaktree e RedBird non si fidano: ecco cosa è successo tra ieri e martedì notte

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Nulla sembra compromesso, ma slitta l'annuncio del documento per la proposta d'acquisto di San Siro e delle aree limitrofe da parte dei due club
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Sembrava questione di ore prima che Inter e Milan presentassero il documento per l'acquisto di San Siro e delle aree limitrofe. Qualcosa sembra andato storto a pochi metri dal traguardo, ma nulla è precluso. Le due proprietà sono a lavoro per superare l'ultimo ostacolo, palesatosi evidentemente alle battute finali prima della firma. Il Corriere della Sera in edicola oggi fa il punto della situazione e spiega nel dettaglio cosa è successo.

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Perché firme e annuncio tardano ad arrivare? Questa la versione del quotidiano: "In realtà nell’ultimo controllo da parte degli staff di Oaktree e RedBird negli Usa (nella notte tra martedì e ieri) ci si è divisi su una clausola, non marginale: ovvero cosa succede se uno dei due club dovesse (per una qualsiasi ragione) tirarsi indietro. È logico ritenere che una clausola di tale importanza fosse già prevista e non una sorpresa dell’ultimo minuto (serve anche come garanzia per il Comune). Come sempre in questi casi però sono i dettagli a fare la differenza e bisogna mettersi d’accordo sulla formulazione, se sancire solo il principio generale o specificare le varie opzioni. Una frenata così imprevista fa pensare a una proposta di modifica dell’ultimo minuto.


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Dall'arrivo di Oaktree, l’Inter ha sposato in toto il progetto nuovo stadio a San Siro (l’opzione alternativa di Rozzano non molto approfondita). RedBird era già a un certo livello di avanzamento sul progetto di stadio a San Donato (dove, secondo i rumors, se dovesse andare in porto San Siro, potrebbe essere trasferito il centro giovanile Vismara). L’Inter quindi può avere timori che ci siano più possibilità che si sfili il Milan, d’altro canto, se dovesse ritirarsi l’Inter, il Milan ne avrebbe un danno maggiore (avendo abbandonato anche San Donato).

A questo punto nulla è comunque compromesso, anzi lo scenario più probabile è che si trovi una quadra. Conviene a tutti. I tempi però si allungano e, a questo punto, diventano imprevedibili. Non potranno però dilatarsi troppo. Anche perché in autunno il secondo anello compirà 70 anni e, se restasse di proprietà del Comune, sarebbe sottoposto a vincoli maggiori".