Nessuno vuole ostacolare nuove possibilità di introito, ma dobbiamo considerare che per massimizzare i ricavi si rischia di vendere un prodotto scadente: un calciatore dopo la sessantesima partita non può garantire prestazioni al top e ci sono campioni che, con l'istituzione del Mondiale per club, potranno arrivare a giocare 80 partite a stagione". "Ci dobbiamo chiedere che calcio vogliamo per il futuro - ha concluso Calcagno - oggi ci si è resi conto che non si tratta di un fattore economico ma che la salute dei calciatori è la base dello spettacolo. Inoltre nessuno parla di come distribuire le risorse anche a chi non partecipa alle coppe e nessuno parla di come salvaguardare la salute dei calciatori. Siamo davvero sicuri che concentrare le risorse sulle competizioni europee, aumentando il gap economico tra i grandi club e le società medio-piccole, sarà la strada migliore per attrarre in futuro più tifosi?".
(ANSA)
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