L’organizzazione di casa De Giovanni?
«Io su Parma-Napoli, mio figlio collegato anche con San Siro».
E ora, l’ultimo passo.
«Sì, ma chi pensa che con il Cagliari sia una partita facile è un folle: hanno forti motivazioni extra calcistiche e ambientali e non regaleranno nulla. Tra l’altro l’assenza di Lobotka è gravissima».
Il Napoli è abituato a soffrire.
«Sono preoccupato perché non lo vedo in grado di imporre potentemente il proprio gioco, mentre il Cagliari ha la forza dei nervi distesi. Spero nel Maradona: si giocherà in cinquantamilaundici contro undici. Spero che compensi la stanchezza e l’erosione di una squadra con pochissimi cambi. È un gruppo che non poteva arrivare a questo livello e che invece ce l’ha fatta con merito. Rifiuto il concetto che l’abbia perso l’Inter».
La classifica è lo specchio della realtà?
«Assolutamente: significa qualcosa se il Napoli è stato in testa per ventitré giornate e anche campione d’inverno, nonostante la cessione di Kvara e gli infortuni di Buongiorno, Lobotka e Neres. Alcuni hanno reso meno delle aspettative e altri sono figurativi, considerandone l’impiego, e Conte ha dovuto cambiare spesso modulo».
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