Ora torna in Italia.
—«Una delle mie tante case, dove ho trascorso tredici anni indimenticabili. Da voi si vive molto, molto bene. Non esiste un posto così bello: la gente è simpatica, il cibo fantastico. E il calcio è davvero importante, avete uno dei tornei più prestigiosi d’Europa e del mondo».
Ma non come quando sedeva lei in panchina.
—«Sì, in vetta c’è la Premier League, non la Serie A, come negli anni 80 e 90. Ma il vostro campionato sta tornando grande, lo dimostrano i risultati dei club italiani nelle coppe europee, quelli non mentono mai».
Un altro tecnico italiano, Claudio Ranieri, ha annunciato che non allenerà più un club. E anche per lui la festa non ha conosciuto colori e rivalità. I tifosi sanno riconoscere le persone vere.
—«Un professionista preparato, ma soprattutto un grande uomo. Ci siamo sfidati sul campo ma non proprio ad armi pari: spesso io avevo i giocatori più forti».
Come quelli della Lazio che ha portato allo scudetto: Mihajlovic, Mancini, Veron, Nesta, Simeone, Nedved, Salas.
—«Una squadra piena di stelle. Che però si comportavano sempre bene: tutti lavoravano, correvano l’uno per l’altro. Era un piacere allenarli».
![Getty Images Eriksson: “La mia Lazio una squadra piena di stelle. La Serie A sta tornando grande” - immagine 1](https://images2-gazzanet.gazzettaobjects.it/Gdc7ZNTImhcLl-nob2KmszPryb4=/full-fit-in/528x329/smart/www.fcinter1908.it/assets/uploads/202312/6faa5db4ba2cb499e3fdca5122d39a9d.jpg)
C’è in panchina un nuovo Eriksson?
—«Ci sono tanti bravi allenatori. Con Jurgen Klopp ho scambiato qualche parola quando sono andato a Liverpool. L’ho sempre ammirato per come si comporta in campo e per quello che dice ai microfoni. Ha un’immagine molto forte. E dietro si vede chiaramente una persona speciale».
È pronto per l’omaggio che riceverà all’Olimpico?
—«Ma sono io che devo ringraziare. Queste giornate mi danno onore, mi danno energia, mi danno la vita».
(Repubblica)
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