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Ferrero: “Mi minacciarono con una testa di maiale. Manfredi dice falsità su di me”

Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Le parole dell'ex presidente della Sampdoria ora tornato nel mondo del calcio con la Ternana in un ruolo non ben specificato

Massimo Ferrero è ripartito dalla Ternana. Con un ruolo non ben definito nell'organigramma, ma senza rinunciare all'iconica esuberanza. L'ex vulcanico presidente della Sampdoria, al centro di tante critiche per la sua gestione, ha parlato a modo suo alla Gazzetta dello Sport, ripercorrendo buona parte degli anni in blucerchiato e non solo: «Quanto ho incassato dalla cessione della Sampdoria? Zero. Mi hanno defraudato. Manfredi è stato bravo all’inizio a raccontare storie, ma non ha capito che deve esserlo alla fine».

Proprio Manfredi, l’attuale presidente, ha descritto la situazione del club come «devastata da chi ci ha preceduto».

«Ma come si permette, ‘sto Manfredi? Non dica falsità su di me. Gli ho lasciato un club meraviglioso, organizzato. Io non mi permetto di parlare come lui. Ha trovato un investitore che gli ha dato 100 milioni, io con una cifra del genere avrei vinto la Champions. Non si dicono le bugie: gli ho lasciato la Primavera al top, la squadra femminile, spogliatoi e campi sportivi appena rifatti, Casa Samp. E ha tagliato il nastro lui. Quando parli di Ferrero sciacquati la bocca e fatti il segno della croce. Signor Manfredi, è andato in Serie C! Ma come si permette...».

 

Si è mai pentito di non aver ceduto la Samp a Vialli, tempo fa?

«Quando si parla di un campione che non c’è più, sono io a fare il segno della croce. Dal cielo ci ascolta. Ma se un’offerta fosse arrivata davvero, io la Samp l’avrei venduta subito. Si sono tirati indietro e ne ho le prove. Prima della potenziale cessione chiamai Vialli per offrirgli la presidenza del club».

 

Ma con lei ancora in società…

«Rifiutò. Aveva accettato la proposta della Nazionale, ma se l’avessi detto prima avrebbe potuto sembrare come un mio tentativo di difesa. Carta canta, però. Io la Samp gliel’avrei venduta, avevamo firmato ma il suo finanziatore si tirò indietro dopo che perdemmo 6 partite con Di Francesco. Chiedevo 88 milioni, dopo le sconfitte accettai anche un’offerta da 44».

 

Poi il suo periodo più buio: com’è stato?

«Non me ne parli. Ho due bambini piccoli che hanno già sofferto abbastanza. Ma so che posso guardarmi allo specchio e cantarmela».

 

Le recapitarono proiettili, teste di maiale… ebbe paura?

«Io ho paura solo dell’amore: quando ti innamori di una donna che ti fa soffrire è come una coltellata. Dell’odio non me ne frega niente, un sentimento che appartiene agli insicuri. Anzi, mi faccia mandare un messaggio a quelli che mi spedirono una testa di maiale dicendo che la prossima sarebbe stata la mia: non potevate mandarmi qualche bistecca? So’ tanto bone!».