Al centro del profondo malcontento nerazzurro – anche la designazione di Guida come AVAR ha destato parecchi perplessità - sono rimaste le direzioni arbitrali. E, in particolare, la difformità di giudizio in merito ad episodi simili. Situazione pressoché identiche al tocco di mano di Bisseck, infatti, erano “passati” senza interventi di arbitri o Var. Esempi? Baschirotto in Lecce-Inter, Hien in Atalanta-Udinese e Spinazzola in Lecce-Napoli. Guarda caso, l’ultimo richiamo del Var per un episodio del genere era avvenuto in Inter-Fiorentina, a danno di Darmian. Era poi passato il messaggio che non si dovevano concedere rigorini, invece è accaduto proprio in una sfida decisiva per lo scudetto.
Interventi sempre contro e mai, o quasi (c’è stato il rigore con il Verona) a favore, viene fatto notare tra viale Liberazione e Appiano Gentile. Con la Lazio, la spinta con due mani di Rovella a Bisseck, nel primo tempo, meritava una chiamata. Come la trattenuta, sempre su Bisseck, quasi allo scadere di Roma-Inter. E in quest’ultimo caso anche l’Aia aveva ammesso pubblicamente l’errore. Peraltro, il fuoco in casa nerazzurra non si è accesso all’improvviso. Da inizio 2025, infatti, quando si erano alzate le prime fiamme della polemica, le braci non si sono mai spente. Allora, tutto era partito con la Supercoppa persa con il Milan (fallo su Asllani prima della punizione che aveva avviato la rimonta rossonera), con il derby di ritorno di campionato (rigore su Thuram e l’arbitro era Chiffi lo stesso dell’altra) e con il match casalingo con il Bologna (altro penalty non visto sempre su Thuram)".
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