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Getty Images
In Champions, contro l'Ajax, l’Inter aveva dato l’impressione di essere tornata un bunker. La squadra di Chivu si era chiusa per 90 minuti lasciando a volte l'iniziativa alla squadra di Heitinga senza rischiare nulla se non in una occasione, in ripartenza appunto. Ma quella prestazione, tanto solida, è sembrata più un'eccezione che la regola.
"Quello di Cheddira del Sassuolo, per fortuna dell’Inter, non ha lasciato segni sulla partita di San Siro, ma la sensazione di pericolo costante rimane fastidiosamente appiccicata all’area di rigore nerazzurra e, soprattutto, i numeri crescono impietosamente. Siamo a 7 reti subite dopo 4 giornate: si fa prima a ricordare l’unica partita chiusa senza gol al passivo, il debutto col Torino", si legge sulla Gazzetta dello Sport.
"Il confronto con le stagioni passate aiuta a inquadrare meglio la portata del fenomeno. Se la partenza quasi perfetta della stagione della seconda stella sembrava un’uscita dai blocchi irripetibile, sono migliori dei numeri attuali persino quelli dell’anno scorso, quando l’avvio era stato balbettante in termini di risultati — punti persi a Genova e a Monza — ma la difesa reggeva discretamente con 3 reti in 4 turni".
"In questa stagione, invece, l’Inter ha fatto registrare la sua peggior partenza difensiva da cinque stagioni a questa parte, con colpe e responsabilità condivise. Più che sui singoli, però, Chivu dovrà concentrarsi sull’atteggiamento: dei difensori e poi del resto della squadra. Il problema è sotto gli occhi di tutti ed è un argomento di dibattito nello spogliatoio di Appiano".
"Ecco, in maniera diversa l’Inter sta provando a muoversi per volere del suo allenatore, che pensa in verticale e che ai giocatori chiede di aggredire molto di più che in passato. È possibile, allora, che nel passaggio dalle vecchie alle nuove consegne tattiche, qualcosa l’Inter stia concedendo quasi fisiologicamente. La squadra, tutta, spende più energie e finisce per soffrire di più in certi momenti delle gare, vedi i finali. Per tornare a vincere occorre blindarsi come il tetto dell’Arena. In Europa o in Italia, non dovrà fare differenza".
(Gazzetta dello Sport)
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