Inter riaccesa dopo il blackout e ha trovato una sorpresa. Inzaghi ora a un bivio

Barcellona-Inter di ieri sera ce l’eravamo immaginata in tanti modi. Nessuno di questi, però, riusciva a contenere la possibilità che i nerazzurri uscissero dal campo addirittura con un doppio rammarico. Per non essere riuscita a reggere l’urto dei padroni di casa dopo il doppio vantaggio accumulato (sarebbe stata una mezza impresa anche quella), così come per non aver trovato quel pizzico di buona sorte in due episodi decisivi nella ripresa.

La dea bendata avrà ascoltato i famigerati spiriti di Montjuic quando ha deciso prima con un flipper tra traversa e nuca di Sommer di regalare il terzo gol ai blaugrana e poi ha soffiato sulla figura di Mkhitaryan per spingerlo al di là dei difensori avversari quel tanto che bastava per tenerlo in fuorigioco nell’azione che avrebbe portato addirittura al poker. Questione di centimetri. Avrebbero trasformato la grande esaltazione che lascia questo pareggio in estasi totale. E forse da un lato è meglio così, perché la sfida palesemente ancora aperta non lascerà spiragli per nemmeno il minimo calo di concentrazione in vista del ritorno.

Inter, Inzaghi a un bivio

Inzaghisorride perché ha ritrovato il dinamismo di Dumfries e la personalità di Thuram (in attesa di valutare le condizioni di Lautaro), ma ancor di più perché la sua Inter ha riattaccato la spina. Il blackout nerazzurro è durato qualche giorno in più rispetto a quello spagnolo. Quando tutto si è riacceso, la realtà si è ribaltata: il sogno di una finale di Champions League, la seconda in tre anni, si è materializzato clamorosamente più vicino del previsto. La salita è ancora ripida, tra pochi giorni potrebbe esserlo però meno di quella per rincorrere il Napoli in chiave scudetto. Che fare, dunque, contro il Verona?

Inzaghi è davanti a un bivio. I nerazzurri scenderanno in campo sabato sera, con la fortuna di conoscere già il risultato del Napoli a Lecce. In caso di vittoria di Conte potrebbe essere più facile rinunciare a buona parte dei titolari e preservarli per martedì. Ma se il Napoli dovesse quantomeno inciampare, il discorso ovviamente cambierebbe. Il dilemma shakespeariano tra essere o non essere la squadra di ieri (quantomeno negli uomini) resisterà fino a quel momento.