Cristian Chivu lo ha ammesso candidamente, Luis Henrique e Andy Diouf non sono ancora pronti. Paradossale perché parliamo dei due acquisti più costosi del mercato dell'Inter. Di sicuro i paletti imposti da Oaktree non aiutano, individuare giovani di belle speranze che poi effettivamente rendono non è facile, anzi.

ultimora
Ts – La legge di Oaktree non aiuta Chivu: ecco cosa serve. Henrique e Diouf? Più facile che…
"La “legge del fondo”, con tetto per gli acquisti fissato a 25 milioni e ingaggio da 2,5, non ammette deroghe se non in casi eccezionali. Mica facile trovare a quelle cifre giocatori in grado di fare la differenza in una grande: chi è già pronto, vedi Koné, costa il doppio. Per quanto riguarda i talenti in prospettiva, quelli baciati dalla grazia calcistica hanno fin da giovanissimi un prezzo da star. Poi c’è una zona grigia in cui ha pescato l’Inter. E qui c’è anche il rischio di pescare qualche granchio. Dopo 8 giornate di Serie A e 3 di Champions è già possibile fare un bilancio. Pollice alto per Bonny e - anche se deve crescere - Sucic, pollice verso per Luis Henrique e Diouf. Akanji fa storia a sé perché per curriculum ed età non era certo una scommessa", si legge su Tuttosport.
"Più facile pensare che possa venir fuori Diouf - che, per fisico, incarna il prototipo del centrocampista moderno - piuttosto che Henrique, il quale non sembra abbia il phisique du role per interpretare il ruolo d’esterno a tutta fascia in un club di prima grandezza. Problemi che si riflettono sul lavoro dell’allenatore. A Napoli contro un “falso nove” indiavolato - Neres - sono riemerse tutte le rughe di Francesco Acerbi (e De Vrij, con il Saint-Gilloise, era stato il peggiore dell’Inter per distacco)".
"Soldi che l’Inter aveva, considerato che ne sono stati spesi 23 più 2 di bonus per Luis Henrique e 20 più 5 di bonus per Diouf. In totale, mal contati, fanno 50 milioni più una capacità di spesa a livello di ingaggio di 4-5 milioni. Cifre che permettono di prendere un grande giocatore, dal profilo internazionale e nel pieno della carriera. Quello che serve a un club come l’Inter, due volte finalista di Champions negli ultimi tre anni. E chissà che lavorandoci, Marotta, Ausilio e Baccin non riescano a far passare il messaggio ai dirigenti di Oaktree presenti sempre in sede e allo stadio (a Napoli, c’era Katherine Ralph al fianco del presidente). Il primo a esserne felice, sarebbe senz’altro Chivu".
(Tuttosport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.fcinter1908.it/assets/uploads/202507/6f38759ace1c52a87824387730e06327.jpg)

