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Lo Monaco sull’Inter: “Con Dzeko soldi buttati, una società che deve risanare…”

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, il dirigente Pietro Lo Monaco ha parlato così delle ultime mosse di mercato

Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, il dirigente Pietro Lo Monaco ha parlato così delle ultime mosse di mercato:

"E’ una situazione difficile che interessa tutti i club italiani. Ora si è aggiunto il discorso della pandemia che ha aumentato le difficoltà economiche dei club che sono in una crisi comune. Non è solo l’Inter ad avere un problema ma è generale, di conseguenza dobbiamo aspettarci un mercato in tono minore. Sorprende quando levato un pezzo da novanta per risparmiare e incamerare soldi, si prenda un giocatore ancora più in là con gli anni senza progettualità per la società. Ti fa fare una constatazione amara per quanto concerne il futuro”.

Prendiamo ad esempio l’uscita di Lukaku e l’ingresso di Dzeko.

“Mi riferivo proprio a questo, che poi se andiamo a guardare quanto costa Dzeko di stipendio è uno stipendio importante vicino a dieci milioni. Una società che deve risanare, e che dovrà prendere un’altra punta perché non possono affrontare il campionato solo con lui, se sommate le spese ci si rende conto che i soldi si stiano buttando dalla finestra. Un profilo giovane con stipendio abbordabile sarebbe più sensato”.

Un nome?

“L’altro giorno leggevo un’intervista di un commentatore televisivo che parlava di Boadu, un 2002 dell’AD che sì hanno pagato 15 milioni, ma non ha costi di gestione - di contratto - proibitivi. I giocatori giovani ci sono, il compito di una società organizzata è di scandagliare il mercato mondiale. Siamo un campionato di elite e abbiamo questo dovere, calciatori ce ne sono. Chi punta su un nome che conoscono tutti e magari non va bene si può nascondere nel ‘lo conoscevano tutti’ e invece quando devi ripianare devi avere fantasia. Vlahovic insegna qualcosa, si è avuto coraggio e ora si parla di lui come un giocatore di prospettiva notevolissima. Se vale per lui vale anche per altri. Le società oggi, purtroppo, complice la pandemia e il nuovo modo di fare calcio hanno un’organizzazione scouting solo sulla carta. Non mi sembra che approdino talenti di un certo livello in Italia”.