
Forti delusioni
—«Il buon manager moderno deve adeguarsi all’innovazione, che impone di confrontarsi con il mondo digitale, con l’intelligenza artificiale, con gli algoritmi. Io parto da studi umanistici, mi ci devo adeguare. Possiamo guardare le statistiche, ma ci sono una serie di variabili e c’è l’aspetto umano. È una realtà che determina quello che poi è il buon esito dell’acquisto di un giocatore. Oggi voglio creare una task force che possa identificare il soggetto proprio in quest’ottica: capire se è presente sui social o meno, qual è il suo habitat naturale. Sono componenti determinanti: io mi adeguo e sono un fautore dell’intelligenza artificiale, stiamo lavorando per capire come possa essere utile al club. Spesso ci sono state forti delusioni, capitali investiti su soggetti che sembravano grandi calciatori ma non erano grandi uomini».
«Un esempio positivo? Penso al Varese, a Claudio Gentile. Nessuno scommetteva su di lui, ma è l’esempio del soldato che ha fatto strada, che ha imposto le sue qualità ed è diventato campione. Io talento va accompagnato dalle qualità calcistiche. Non faccio nomi, sennò qualcuno si incazza. Ma chi segue il calcio sa che in Italia, negli ultimi 20 anni, abbiamo visto talenti che non sono diventati campioni».
(Fonte: FCINTER1908.IT, dall'inviato Daniele Vitiello)
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