"Con Conte non ci sarebbero stati dubbi che avrebbe risolto la situazione, vedi come aveva cominciato la scorsa stagione al Napoli; con Chivu, invece, crescono già i punti interrogativi. Perché ha schierato titolare Lautaro Martinez, che aveva fatto un solo allenamento dopo il viaggio in Sud America? Perché lo ha tolto proprio quando il risultato era sfavorevole e serviva il “capitano” in campo? Perché anche Barella, comunque uno dei leader dello spogliatoio? Perché Sucic è entrato così tardi, perché Luis Henrique non è entrato affatto? Perché Bonny e non Esposito? Tutte queste domande, con un allenatore di peso, forse non si sarebbero poste. E si può continuare: perché Marcus Thuram non ha esultato per niente dopo il gol segnato?".
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"Perché era così rilassato, meglio dire distaccato, accanto a suo fratello, nei momenti teoricamente più drammatici della partita, quando non veniva convalidato il gol del 4-3? Sono convinto che ci siano altre domande. È una realtà che, credo, Chivu si aspettava. Thiago Motta, che pure veniva da un’esperienza un po’ più lunga e intensa al Bologna, si è scontrato con le stesse difficoltà a Torino. Che ha affrontato come ha potuto, finché non ce l’ha più fatta. E la rosa della Juventus del campionato scorso non aveva vinto uno “scudetto” di recente né giocato due finali di Champions League in tre anni".
"Ogni inizio è difficile. Nessun cammino verso il successo è stato facile. La giovinezza non è una virtù, così come non dovrebbe essere un handicap. Davanti a Chivu ora c’è l’Ajax, Amsterdam, il luogo dove è iniziato, in realtà, il suo viaggio nel grande calcio. Potrebbe essere un segno. Anche perché facile non lo è stato mai".
(gsp.ro)
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