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Ultras: Omicidio Boiocchi, il 9 giugno l’interrogatorio del presunto esecutore

Ultras: Omicidio Boiocchi, il 9 giugno l’interrogatorio del presunto esecutore - immagine 1
Dopo gli interrogatori e le confessioni nei giorni scorsi degli organizzatori dell'uccisione, c'è attesa per il confronto tra D'Alessandro e Storari
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Era un caso irrisolto fino all'uccisione di Antonio Bellocco, erede di una nota famiglia della ndrangheta calabrese morto a settembre per mano di Andrea Beretta, ex capo ultrà della Curva Nord. L'uccisione dell'ex capo ultrà dell'Inter Vittorio Boiocchi non aveva ancora avuto dei responsabili fino all'arresto proprio di Beretta. Era il braccio destro dell'uomo ucciso e aveva preso di fatto il suo posto negli affari che ruotavano attorno alla Curva Nord. Ma quando Beretta ha ucciso Bellocco ha deciso di diventare collaboratore di giustizia. Così è arrivata anche la confessione sull'omicidio Boiocchi, ucciso nel 2022.

Ultras: Omicidio Boiocchi, il 9 giugno l’interrogatorio del presunto esecutore- immagine 2

Beretta si è autodefinito il mandante dell'omicidio e da lì sono arrivati gli arresti per i collaboratori e gli esecutori materiali dell'attentato (Boiocchi è stato ucciso sotto casa a colpi di pistola da due persone in moto).


Dopo la sua confessione e quella di Marco Ferdico, la faccia social della Nord che ha collaborato all'agguato, è arrivata la confessione di Pietro Andrea Simoncini (difeso dal legale Mirko Perlino). Era accusato di essere uno degli esecutori materiali dell'uccisione di Boiocchi. Era alla guida dello scooter usato per l'agguato.

C'è ora attesa per l'interrogatorio di Daniel D'Alessandro, detto 'Bellebuono'. Sarebbe lui ad aver sparato a Boiocchi e sarebbe pronto a farsi interrogare dal pm della Dda di Milano Paolo Storari dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Cardamone, dopo il suo arresto avvenuto in Bulgaria.

La ricostruzione

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L'omicidio, premeditato e con modalità mafiose, secondo l'accusa, si inserì nel contesto di una "guerra" sulla gestione degli affari, tra cui merchandising e altri business. A Beretta, successore di Boiocchi, pesava il ruolo che quest'ultimo voleva mantenere, una volta tornato libero dopo una lunga carcerazione. Beretta ha ricostruito che l'esecuzione "sarebbe stata demandata" da lui per l'organizzazione, al prezzo di 50mila euro, a Marco Ferdico e al padre Gianfranco. Cristian Ferrario, altro ultrà arrestato e factotum di Beretta, nonché presunto custode delle armi della Nord, si sarebbe intestato il motorino che venne usato.

(Fonte: ANSA)