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fcinter1908 ultimora Omicidio Boiocchi, Gip: “Ucciso con metodi mafiosi”. Ferdico e altri rischiano ergastolo

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Omicidio Boiocchi, Gip: “Ucciso con metodi mafiosi”. Ferdico e altri rischiano ergastolo

Omicidio Boiocchi, Gip: “Ucciso con metodi mafiosi”. Ferdico e altri rischiano ergastolo - immagine 1
Quello del capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi di pistola sotto casa, a Milano, è stato un omicidio premeditato
Redazione1908

Quello dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa, a Milano, è stato un omicidio premeditato e "con modalità mafiose". Lo si legge nel provvedimento con cui la gip Francesca Ballesi ha mandato a processo con rito immediato in Corte d'Assise (si salta l'udienza preliminare) gli ex leader della Curva Nord Andrea Beretta e Marco Ferdico, assieme al padre di quest'ultimo Gianfranco, e ai presunti esecutori materiali del delitto, Daniel D'Alessandro e Pietro Andrea Simoncini. Anche nel decreto di giudizio immediato vengono riconosciute le aggravanti della premeditazione e dei metodi mafiosi che erano state contestate dai pm Storari e Ammendola, nelle indagini della Squadra mobile della Polizia, e riconosciute con gli arresti dello scorso aprile.

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Era finito in carcere per l'omicidio anche Cristian Ferrario, la cui posizione, però, allo stato risulta stralciata. Beretta - già condannato a 10 anni per associazione per delinquere con aggravante mafiosa e anche per aver ucciso a settembre 2024 Antonio Bellocco, pure lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di 'ndrangheta - si è autoaccusato di essere stato il mandante dell'uccisione di Boiocchi, nel contesto di una "guerra" sulla gestione degli affari della curva, tra cui merchandising e altri business.

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Stesso ruolo di presunto mandante attribuito nelle imputazioni a Mauro Nepi, altro ultrà non arrestato per il delitto. Beretta per "l'organizzazione e l'esecuzione" dell'omicidio avrebbe dato 50mila euro a Nepi, il quale poi li avrebbe "consegnati" a Marco Ferdico, che li avrebbe "divisi" con gli altri. I Ferdico, padre e figlio, sarebbero stati gli "organizzatori dell'omicidio". Nelle indagini sono arrivate confessioni e collaborazioni, salvo quella di colui che, per l'accusa, avrebbe sparato tre anni fa, ossia D'Alessandro, che era su uno scooter con Simoncini.

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"Per quanto riguarda l'omicidio Boiocchi, non c'entra niente Antonio Bellocco e la famiglia Bellocco, siamo stati noi a organizzare tutto. Praticamente quando è uscito Vittorio dalla carcerazione ...", aveva iniziato a raccontare Beretta a verbale davanti ai pm. Contro Boiocchi, 69 anni, furono sparati cinque colpi, due andarono a segno al collo e al torace.

Marco Ferdico e il padre avrebbero procurato "le basi logistiche, i mezzi di trasporto", tra cui un furgone per caricare lo scooter "fino al luogo del delitto", "i cellulari criptati" e l'arma. Ferrario si sarebbe intestato lo scooter, su cui nel gennaio 2023 venne presentata "una falsa denuncia di furto". D'Alessandro, che fu arrestato in Bulgaria e poi estradato, è rimasto in silenzio davanti al gip e non ha mai parlato coi pm, mentre Beretta, nell'ambito di una collaborazione più ampia, ha già reso otto interrogatori tra lo scorso novembre e luglio.

Anche Ferdico, non un collaboratore di giustizia come precisato dai suoi legali, ha già riempito tre verbali coi pm da maggio e fino a dieci giorni fa, confessando il suo ruolo nel delitto, ma parlando anche di altri fatti, come una presunta rapina a mano armata in cui ha tirato in ballo anche D'Alessandro. Anche il padre Gianfranco ha parlato a verbale per due volte con la Dda della Procura diretta da Marcello Viola. Per l'omicidio aggravato i cinque mandati a processo rischiano condanne all'ergastolo, ma con confessioni e collaborazioni potrebbero puntare ad ottenere attenuanti.

(ANSA)