Lei oggi lavora con arbitri di serie A, B e C. Ma è la serie A il grande palcoscenico dove si amplifica tutto. Nulla sfugge nel Grande Fratello della macchina del calcio. E questo comporta grandi responsabilità sia da parte di arbitri che di giocatori.
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«Quando arbitravo dicevo sempre ai giocatori: mi raccomando, avete accesi i grandi riflettori, ogni azione e ogni sguardo vengono colti dalle telecamere. Ogni parola, ogni gesto, ogni protesta contro l’arbitro o un atteggiamento sbagliato da parte di un attore di quel grande spettacolo che è la partita di calcio non restano confinati al campo, ma hanno effetti a cascata. I tifosi li vedono, i ragazzi li imitano, e quel modo di comportarsi si diffonde ben oltre i novanta minuti, influenzando il rispetto per le regole e per chi le fa rispettare».

Adesso le partite come le guarda?
«Nel fine settimana ne seguo in presenza due o tre, altre 4/5 le guardo in tivù. E poi parlo con gli arbitri, mi confronto con loro sugli obiettivi, sulle cose da migliorare e anche sui loro punti di forza. Poi partecipo ai vari raduni e ogni giorno via web mi confronto con un arbitro per rivedere episodi e valutarli».
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