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Osimhen: “Infortunio quasi mortale contro l’Inter, ringrazio Dio che sono ancora vivo”

Osimhen: “Infortunio quasi mortale contro l’Inter, ringrazio Dio che sono ancora vivo” - immagine 1
Victor Osimhen così in un'intervista in Nigeria al canale Kortyeo, prima dell'amichevole della sua nazionale contro l'Arabia Saudita
Matteo Pifferi Redattore 

"Quando sono arrivato al Napoli c'erano persone che dicevano che non avrei segnato neanche 4 gol perché la Serie A è molto fisica. Ed è così ma quando mi dici che non posso fare una cosa, anche se non so farla, voglio imparare e sfidare quelle persone. Chi diceva certe cose adesso si sta nascondendo". Lo ha detto Victor Osimhen in un'intervista in Nigeria al canale Kortyeo, prima dell'amichevole di domani della sua nazionale contro l'Arabia Saudita.

Osimhen: “Infortunio quasi mortale contro l’Inter, ringrazio Dio che sono ancora vivo”- immagine 2

Osimhen parla del suo legame sentimentale alla città quando gli viene chiesto di Maradona: "Diego per me è il più grande di tutti i tempi, nessun altro potrà mai fare qualcosa a Napoli di comparabile a lui". L'attaccante ricorda anche l'infortunio alla faccia del novembre 2021: "E' stato nel match contro l'Inter - ricorda - il pallone stava arrivando e volevo prenderlo, il difensore ha colpito con la testa la mia faccia e hanno dovuto operarmi. E' stato quasi un infortunio mortale, ringrazio Dio che sono ancora vivo".


Poi Osimhen parla del suo presente e della sua infanzia: "La fama oggi non significa niente per me, non mi interessa. Ci sono tante persone famose, ma col conto in banca in rosso. Non è semplice mostrare amore nel mondo in cui viviamo, per questo quando persone vengono da me e mostrano apprezzamento, mi ringraziano, mi dicono di continuare così, per me è un privilegio. Da piccolo potevo solo immaginare di diventare un calciatore, la situazione per la mia famiglia era dura, andavo a vendere i giornali o le bottiglie di acqua. Adoro Lagos, quando ho 4 giorni liberi vengo qua, mi piace stare in mezzo alla gente. Adoro tutto, lo stress, le vibrazioni, l'amore, le gelosie". Ultimo passaggio sul suo arrivo in Europa al Wolfsburg a 18 anni: "Quando ero in Nazionale - racconta - e siamo andati al Mondiale in Cile, con l'Under 17, feci bene e vincemmo il torneo. I grandi club guardano queste competizioni e decisi di andare in Germania. Quando firmai c'erano molte voci a riguardo".

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