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Pagliuca: “Speriamo che Simoni da lassù aiuti l’Inter a vincere. Messi un bel sogno. A Parigi…”

Le dichiarazioni dell'ex portiere nerazzurro

Gianni Pampinella

"Questa Inter è forte e determinata. Penso ce la farà". Esordisce così Gianluca Pagliuca intervistato da Repubblica. L'ex portiere alzò al cielo l’ultima coppa Uefa vinta dall'Inter, era il 6 maggio del 1998. "È la squadra migliore, sia in attacco sia in difesa. Potersi permettere di lasciare in panchina Skriniar lo dimostra. E in caso di rigori, Handanovic è l’arma in più. Ma è meglio chiuderla prima".

Cosa teme del Siviglia?

«L’esperienza. In finale non sbagliano. Ma prima o poi una la perdono tutti. E Conte vuole vincerla quanto i suoi giocatori».

Si sarebbe mai immaginato di vederlo sulla panchina dell’Inter?

«All’inizio ero stupito. Ma essendo un grande professionista, Conte all’Inter sta facendo un buonissimo lavoro, che potrebbe diventare ottimo vincendo l’Europa League».

Contro questa Inter, voi ragazzi del 1998 avreste vinto?

«Sono epoche diverse. Loro sono più solidi dietro, noi davanti eravamo devastanti: Djorkaeff, Zamorano. Poi Ronaldo».

Crede a Messi all’Inter?

«È un bel sogno. Ma è tornato dalle vacanze per parlare con Koeman, alla fine forse resterà a Barcellona».

Che effetto fa giocare con i migliori del mondo?

«Quando arrivò Ronaldo ci sentimmo tutti più forti. I campioni migliorano chi hanno intorno. C’era un clima bellissimo, anche grazie a Gigi Simoni.

Quella coppa Uefa fu il trofeo più importante della sua carriera.

«Speriamo che da lassù aiuti l’Inter a vincere. Noi giocatori sapevamo che stava male, eravamo legatissimi a lui. Glielo dimostrammo anche quando venne esonerato».

Ve lo aspettavate?

«Fu un fulmine a ciel sereno. Mi chiamò Facchetti, disse che Moratti aspettava a casa sua me, Ronaldo, Zamorano, Djorkaeff.

Ci comunicò che avremmo cambiato allenatore. Rispondemmo che per noi Simoni era una guida, un riferimento. Ma aveva deciso. Essendo buono e onesto, se n’è poi pentito».

Cosa ricorda della notte di Parigi?

«L’elettricità. La voglia di vincere. Però pensando a quella stagione resta forte l’amarezza dello scudetto perso in quel modo contro la Juventus. È una ferita aperta. Lo era anche per Simoni».

Molti tifosi vorrebbero vedere a Colonia l’Inter con la maglia grigia a righe, riedizione della vostra.

«Io la preferisco nerazzurra. E tanto il portiere è un caso a sé».

Zoff, Galli, Zenga, lei, Buffon. Chi è il vostro erede?

«Donnarumma ha numeri incredibili, è fisicamente dominante. Resto convinto che la scuola dei portieri italiani sia la migliore al mondo. E Buffon è il più forte di sempre, senza dubbio».

(Repubblica)

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