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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Walter Sabatini commenta i primi movimenti delle big sul mercato e analizza i tanti cambi sulle panchine. "E il meglio deve ancora venire. Però un paio di cose le abbiamo già intuite".
«Che il Napoli sta avviando un ciclo di medio-lungo termine e sarà complicato tenergli testa. Visto così, viene il sospetto che per un biennio, magari anche un triennio, si vada incontro a un dominio di una squadra che era già forte di fatto e che lo sta diventando ancora di più».
«Se poi sei, con il Bologna, una delle due grandi a non aver cambiato l’allenatore con cui hai attraversato l’intero torneo, vuol dire che stai dentro al cosiddetto Progetto, che non è certo una parola retorica ma l’essenza del tuo modo di essere».
«A me non piace andare in giro a chiedere, però mi viene la tentazione di sapere cosa sia successo a Firenze, così all’improvviso, con Palladino, dopo aver rinnovato il contratto. Qualcosa di misterioso c’è».
«Questo turbinio nasconde un disagio generale, probabilmente. E il disagio ha radici certe, non rappresenta sensazioni».
«Non sono dentro gli uomini e non ho alcun diritto di avanzare ipotesi, dalla mia più semplice alla più complessa. Banalmente, si può dire che c’è sempre una fine a qualsiasi storia».
«Che si è meritato l’Inter, forse la scelta appare precoce ma lui a Parma ha fatto bene, ha chiuso la stagione, che si stava mettendo male, senza mai trasmettere paura, né avvertirne. Per me ha dimostrato di essere pronto per raccogliere questa eredità in un club nel quale ha attraversato vari ruoli e tante fasi».
(Gazzetta dello Sport)
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