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Spalletti, ci risiamo: “Italia-Svizzera? I giocatori dell’Inter avevano staccato la spina. Le mie colpe…”

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Nella sua autobiografia, il ct dell'Italia è ritornato sulla famosa sconfitta alla Svizzera citando anche gli interisti in campo quel giorno
Andrea Della Sala Redattore 

Nella sua autobiografia, il ct dell'Italia Luciano Spalletti è ritornato sulla famosa sconfitta alla Svizzera citando anche gli interisti in campo quel giorno

Ho elaborato nella mia casa di Montaione il trauma di quell'unica, maledetta partita. La Svizzera. E ho elaborato la colpa. Gli errori fatti. Non per il piacere di frustarmi. Non per masochismo. Non sono quel tipo di uomo. Ma perché so bene che riconoscere i propri errori è il modo giusto, direi sano, per ricominciare. In ogni sconfitta della vita c'è qualcosa di buono, bisogna solo saperlo trovare. Prendermi le mie colpe per quei novanta minuti sciagurati era il minimo che potessi fare per me e dovessi fare per la gente. E dire che prima della partita pensavo positivo. Ne avevo i motivi. Credevo di averli. Ero convinto che il pareggio con la Croazia, raggiunto all'ultimo respiro, fosse stato la scarica di adrenalina capace di lanciarci in un futuro promettente. Una volta scesi in campo, mi resi conto quasi subito che non era così.


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Avevo preso un granchio enorme. La mia squadra aveva dato il massimo con la Croazia e, purtroppo, non poteva dare di più. Lì, in campo, quando scopri che non sei quello che credevi di essere, e finisci dominato in ogni zona da una squadra forte, solida, ma che non ha la tua qualità e nemmeno metà della tua storia, il contraccolpo mentale è pesante. La condizione atletica poco brillante fece il resto. Per dirne una, quelli dell'Inter, campioni d'Italia già ad aprile, avevano staccato la spina due mesi prima. La sconfitta contro la squadra di Murat Yakin fu la conseguenza di una molteplicità di fattori. Ma l'opinione pubblica non andò troppo per il sottile. Era il tempo di usare il machete. Sentenze pesanti. Quella figuraccia orribile fece diventare orribile tutto il nostro Europeo. Ma ogni sconfitta, se analizzata, può generare anche conseguenze utili. Quella mi spinse a entrare di più nel mondo dei miei ragazzi, a confrontarmi con loro.