«Si intrecciano moltissime questioni burocratiche, amministrativa e di proprietà dell'opera. San Siro è del comune di Milano e Inter e Milan devono patrimonializzare. Se costruiscono uno stadio su terreni loro diventa un asset. Vorrei non fosse banalizzata la questione. Il tema è di grandissima complessità», ha spiegato l'architetto.

-San Siro è un monumento, cosa non toccherebbe?
San Siro ha una curva di visibilità eccezionale e il calcio lì si vede bene. Non toccherei l'inclinazione dei gradoni che è pure quasi eccessiva. Oggi in alcune parti addirittura fuori dalla consuetudini e dai limiti dell'UEFA che sono di un'inclinazione massima di 34 gradi. San Siro la supera. Non toccherei questa cosa, non toccherei la vicinanza che c'è tra le tribune e il campo. Certamente deve essere più funzionale. Da rivedere le aree hospitality e lo stadio deve essere trasformato in un luogo abitale per 365 giorni all'anno. Una struttura così grande non può essere solo impiegata per il calcio. Dovrebbe avere tutto attorno un sistema di vita che trasforma il monumento in un monumento visitabile. Credo che al pari del Duomo, debba essere considerato una cattedrale laica che necessita di attenzioni e cure che forse negli anni non sono state date, che fosse visitabile tutto l'anno, come succede ai nuovi stadi che sono opere vissute tutti i giorni dell'anno.
(Fonte: DAZN)
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