Nessuno stravolgimento, soprattutto in mezzo al campo. Per la gara più importante dell'Inter, Inzaghi si affida al trio di centrocampo che gli sta dando tante soddisfazioni. E non cambierà proprio in Champions League.
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Inzaghi non cambia il cuore dell’Inter: a Barella la leadership, a Calhanoglu la regia
"Dopo aver incantato il Camp Nou, Nicolò alzò l’asticella. Indicò la via ai compagni. Invece di esultare, disse chiaro: «Barcellona non deve essere una parentesi, ma la conferma di quel che siamo in grado di fare per il futuro». Da qui riparte Barella. Da qui riparte l’Inter, aspettando il Porto. Testa e cuore che indicano la via, ragione e sentimento che si toccano. Barella sbraccia per l’Inter. Tutte le energie nella direzione corretta: non è tempo di rimproveri, ma di consigli. Non di urla, ma di applausi e incoraggiamenti. Lo sa lui per primo. Nicolò insegue il traguardo europeo più alto della sua carriera nerazzurra. Perché entrare tra le prime otto della Champions sarebbe salire un gradino anche rispetto alla finale di Europa League del 2020", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Barella aspetta questa partita da un anno. Dodici mesi fa saltò la doppia sfida con il Liverpool per squalifica, ora ha la possibilità di giocare sul suo terreno preferito. È a lui che Inzaghi chiede il ritmo e l’aggressività per mettere in difficoltà il Porto. Nel piano tattico pensato dal tecnico nerazzurro, Nicolò dovrà fare quel che benissimo riuscì a mettere in pratica a Barcellona: inserimento centrale da dietro, linea avversaria beffata e gol. Barella più Calhanoglu, che riprenderà il suo posto in regia. E che proprio contro il Barcellona, all’andata a San Siro, oltre a segnare fece capire al mondo intero che sì, quel ruolo in mezzo al posto di Brozovic l’avrebbe potuto ricoprire con continuità, non solo nell’emergenza. Tanto è stato vero, che quattro mesi e mezzo dopo siamo ancora qui. Al turco, domani sera, andrà il compito tatticamente più complicato: gestire il possesso palla di fronte a chi del possesso palla è il maestro. E ancora: dettare i tempi dell’Inter, che dovrà ondeggiare tra attesa e aggressività, senza sbagliare la scelta. Infine Mkhitaryan, perché il terzetto non sarà toccato. E l’armeno d’Europa se ne intende: ha vinto già Europa League e Conference, la Champions è uno sfizio da godersi. E da studiare, perché sarà lui a dover rompere la linea dei centrocampisti avversari, magari andando a prendersi anche la posizione di trequartista".
"Barella è la guida emotiva della squadra. È lui a trascinare, nel bene e nel male, i compagni. Dentro di sé ha sete di rivincita. Anche Hakan si gioca il traguardo più alto. Dell’Inter s’è preso la leadership tecnica. Nel cuore dell’Inter si gioca questa doppia sfida. E quello dell’Inter batte forte: Barella e Calhanoglu hanno tra le mani il piano partita, le chiavi di un successo che cambierebbe il segno della stagione", spiega Gazzetta.
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