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Calhanoglu: “Scudetto? Noi favoriti. Adrenalina Inzaghi. Ecco perché dal Milan all’Inter”

Calhanoglu: “Scudetto? Noi favoriti. Adrenalina Inzaghi. Ecco perché dal Milan all’Inter”

Le parole del centrocampista turco: "Nella nostra testa c’è il desiderio di andare davanti a tutti e di restare lì fino alla fine"

Marco Astori

Lunga intervista concessa da Hakan Calhanoglu, centrocampista dell'Inter, ai microfoni del Corriere dello Sport. Queste le sue dichiarazioni sul suo passaggio dai rivali storici del Milan alla squadra nerazzurra.

Dopo gli anni al Milan, cosa ha provato a indossare per la prima volta la maglia dell’Inter?

«Al Milan ho trascorso quattro anni buoni e là ho molti amici. Ci sono stati anche momenti difficili, ma le ultime due stagioni sono state migliori rispetto alle prime due grazie a Pioli. L’Inter è una bella squadra che ha vinto l’ultimo scudetto e più derby durante la mia esperienza rossonera. Ho scelto di venire qui perché nella mia carriera mi piace affrontare nuove sfide».

Quante squadre hanno provato a ingaggiarla quest’estate?

«Meglio se lo chiedete al mio agente. Io non ho parlato con nessuno perché ero impegnato all’Europeo e pensavo solo alla Turchia. Lui sapeva che doveva trovarmi la migliore soluzione possibile e lo ha fatto».

Sorpreso quando è arrivata la chiamata di Marotta e Ausilio?

«Non ero sorpreso, ma calmo. Con le mie qualità so cosa posso fare e sinceramente (sorride, ndr) non mi è mai passato per la testa il rischio di rimanere senza squadra. Mi sono detto: “Un club arriverà”».

Quando è arrivato all’Inter e ha visto partire prima Hakimi e poi Lukaku, non ha pensato di aver sbagliato scelta?

«Mai. Sapevo che loro due avevano svolto un grande lavoro qua e hanno tutto il mio rispetto. E’ normale che, in un momento economico complicato a causa del Covid, non sia facile tenere grandi giocatori che hanno offerte importanti. Il bene del club va messo davanti a tutto. Io sono sempre rimasto concentrato sul mio lavoro perché sapevo di essere venuto in una grande società».

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Si aspettava una partenza con 13 punti nelle prime 5 giornate?

«La definirei normale quando indossi la maglia dell’Inter. Conoscevo il valore dei miei nuovi compagni e quello di Inzaghi. Abbiamo parlato poco e lavorato tanto. Nella nostra testa c’è il desiderio di andare davanti a tutti e di restare lì fino alla fine».

Anche lei, come Brozovic, è sicuro che passerete il turno in Champions League?

«Io concordo con quello che dicono i miei compagni, specialmente se affermano una cosa del genere. Brozo ha espresso un concetto giusto perché contro il Real abbiamo giocato molto bene e meritavamo di vincere. Invece abbiamo addirittura perso. Con altre cinque gare, però, il nostro futuro europeo è aperto: vogliamo passare il turno e ci riusciremo».

Prima partita di Calhanoglu all’Inter: un gol e un assist contro il Genoa il 21 agosto. Non male come inizio.

«E’ stato bello partire in quel modo e sentire i tifosi che mi applaudivano. Un campionato e mezzo senza la gente non è stato un gran vedere, mentre ora piano piano torniamo alla normalità. Il calcio così è migliore».

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In cosa deve essere più incisivo?

«E’ una domanda che dovete fare all’allenatore. Lui mi dice cosa devo fare e io cerco di eseguire. Anche se non sono decisivo con una giocata, lavoro per la squadra, do il 100% come tutti gli altri perché non vogliamo che la squadra vada in difficoltà».

La lotta per lo scudetto sarà un testa a testa tra Milan e Inter oppure il Napoli e la Roma non molleranno?

«Tante squadre possono inserirsi e lottare fino all’ultimo: la Roma e il Napoli hanno avuto un grande inizio, ma anche l’Atalanta è lì. E non so chi altri si potrà aggiungere. Noi siamo favoriti dopo la vittoria dello scorso anno».

Come si batte l’Atalanta che lei ha sconfitto lo scorso campionato, all’ultima giornata, centrando la qualificazione alla Champions?

«E’ una buona squadra, fisicamente forte, che gioca uomo contro uomo a tutto campo, potendo contare su elementi di qualità. So già che affronteremo un avversario forte, ma noi guardiamo solo a noi stessi e speriamo che i nostri tifosi possano vivere un grande week end».

Come vive il fatto di avere la bacheca ancora vuota? L’altro giorno Bastoni l’ha presa in giro scherzosamente ricordandole che lui ha uno scudetto in più...

«Spero che vinceremo il prossimo insieme, magari quest’anno».

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Se vincesse il tricolore della seconda stella, cosa sarebbe disposto a fare?

«Festeggerò con i compagni e con la famiglia».

«Prima di firmare per l’Inter ho parlato più volte al telefono con lui e da quello che mi diceva, si vedeva che mi voleva. Il mister è uno che punta sempre a vincere, ma lo avevo capito anche giocandoci contro. Con lui ho instaurato un grande feeling: mi piace il suo modo di lavorare, l’adrenalina che ti trasmette e le motivazioni che ti dà».

Nel nuovo ruolo come si trova?

«Nel Milan da “10” ero più libero perché avevo davanti un solo attaccante, mentre ora ce ne sono due e devo tornare, aprire il gioco e recuperare il pallone. In fondo non ci sono troppo differenze. Credo di aver fatto un buon lavoro finora anche perché sto imparando la tattica e i movimenti della mezz’ala».

Chi tra i suoi nuovi compagni l’ha impressionata di più?

«Sono ottimi giocatori e, per un motivo o per l’altro, dovrei citarli tutti. Se volete solo un nome dico Skriniar, una grande persona, un grande difensore e un grande carattere».

Dzeko e Skriniar, ai quali ha già servito un assist a testa su calcio d’angolo, si sono sdebitati con un regalo?

«Il regalo che mi hanno fatto sono i tre punti che abbiamo conquistato contro il Genoa e la Fiorentina».

Se dovesse scegliere, per lei meglio una stagione da 10 gol o da 15 assist?

«Per me meglio gli assist».

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