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Conte studia un’Inter “al cubo”: le linee guida da cui partire. Chance per Sanchez. De Vrij…

L'allenatore nerazzurro studia tutte le ipotesi in vista di una ripartenza della stagione

Gianni Pampinella

Se si ripartirà, quando si ripartirà, l'Inter sarà chiamata a giocare 13 partite in un periodo di tempo molto ristretto. Ecco perché per Antonio Conte sarà fondamentale poter attingere dalla panchina. Ecco allora che il tecnico studia un’Inter “al cubo”: "tre categorie di giocatori, tre diverse maniere di progettarne l’impiego nella parte mancante di campionato. Alcune linee guida, da cui partire, ci sono", spiega la Gazzetta dello Sport.

ROTAZIONI - "L’ultimo mercato, quello di gennaio, ha aumentato qualità e scelte: in alcuni ruoli si è creata un’abbondanza che permette di ipotizzare rotazioni quasi scientifiche, o basate sul tipo di avversario: ci sono coppie di opzioni ugualmente credibili. E’ il caso della fascia destra, dove Moses si è aggiunto a Candreva. Quei due si alterneranno, così come in passato è accaduto a Bastoni e Godin. Nel novero delle alternanze regolari vanno anche inserite quelle di un centrocampo oggi sulla carta in overbooking: così alla staffetta dell’ultimo periodo, fra il più rodato e incursore Vecino e il non-assorbito Eriksen, si aggiungerà quella fra i due “tascabili” Barella e Sensi".

"Poi, come in ogni gruppo, c’è sempre chi è un po’ “più titolare”, più importante degli altri: la coppia Lautaro-Lukaku, per fare un esempio. A quei due Conte rinunciava con fatica, anche quando aveva alternative, ma sottoporli a un nuovo tour de force, specie dopo questi due mesi (almeno) di inattività non è consigliabile. Tanto più che c’è chi preme per avere un’opportunità di dare un senso alla sua stagione, come Alexis Sanchez: per il Niño ipotizzabile un impiego ogni 2-3 gare dei titolari, per dare fiato e variare lo spartito.

LE ECCEZIONI - "Infine ci sono le eccezioni: il più scontato è il portiere, visto anche quanto è mancato per l’infrazione del mignolo. Handanovic gioca sempre, così come potrebbe fare De Vrij: il motivo per cui l’olandese è meno coinvolto nel turnover è duplice. La sua presenza e il suo rendimento stabile danno certezze all’intera difesa, ma soprattutto in passato Conte ha spiegato come il ruolo quasi da “libero” gli consenta di giocare molti minuti con un dispendio fisico limitato. Regge bene il peso di doppi-tripli impegni anche Marcelo Brozovic".

(Gazzetta dello Sport)

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