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Imbarazzante narrazione anti-Inter. Complotto? Quando c’era davvero i giornalisti stavano zitti

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Analisi della narrazione relativa ai nerazzurri. Una narrazione che cerca di insinuare complotti e favori arbitrali
Sabine Bertagna Vice direttore 

A questa Inter toccherà essere più forte di tutto perché l'aria che tira non è delle migliori. I suoi meriti, per chi ancora ama parlare di calcio, sono evidenti. Ieri contro la Fiorentina i nerazzurri di Simone Inzaghi hanno passato un altro piccolo step di maturità. Scesi in campo consapevoli delle frenate di Juve e Milan, sono riusciti a conquistare tre punti pesantissimi su un campo ostico e per certi versi irritante. Nonostante le assenze di Barella e Calhanoglu questa Inter ha trovato il modo per ricomporsi a centrocampo, rinunciare alla solita qualità del palleggio ma non a essere pericolosa. Incredibile il solito Mkhitaryan, visto sfrecciare avanti e indietro come un treno, sempre pronto a sfruttare un tunnel invisibile nello spazio. Visionario. Ottima la prova di Asllani in un ruolo difficilissimo e con un'assenza gigantesca da colmare. Giocare una sfida come quella di ieri vale mille allenamenti. E poi la pennellata di Lautaro Martinez proprio su assist di Asllani. Un gol da incorniciare come un quadro d'autore che non ci stancheremo di ammirare nemmeno tra mille anni.

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Dover parlare della narrazione, che vorrebbe i nerazzurri favoriti dagli arbitri, è francamente abbastanza imbarazzante. E lo diciamo senza negare la possibilità che in certi frangenti gli episodi arbitrali ci abbiano detto bene. A noi come a tutte le altre squadre che fingono di non ricordarsi specifici episodi a favore, espulsioni mancate, rigori palesi non concessi ai loro avversari. In questo panorama infimo il rigore fischiato per il "pugno" di Sommer ci tira fuori quasi un sospiro di sollievo. Non c'era, ma piuttosto che sentirvi berciare sciocchezze va bene così. Ora, a chi parla di complotti globali e totali che coinvolgerebbero l'Inter vorrei ricordare un paio di cose. La prima regola di un sistema che complotta è che non si parla del sistema che complotta. Essendo appunto un sistema trova appoggi in ogni suo reparto nevralgico. Primo fra tutti quello mediatico. Ai tempi di Calciopoli nessuno parlava di Calciopoli (se non i tifosi nerazzurri increduli davanti a tanta sfrontatezza vista sui campi). I giornalisti non assegnavano voti pessimi agli arbitri che non vedevano rigori e utilizzavano chiaramente metri valutativi molto diversi. Anzi. Spesso e volentieri li proteggevano. Il sistema reggeva perché ciò che veniva perpetrato in campo trovava una linea di continuità anche fuori. Anche gli episodi più curiosi non sembravano più così strani. Il complotto c'era (e la giustizia lo ha dimostrato chiaramente in ogni sede) ma nessuno poteva parlarne. Nessuno voleva parlarne. A tutti quelli che gridano al complotto direi quindi di dormire sereni.


Inter Inzaghi

A proposito della vittoria dell'Inter la risposta migliore è quella data da Lautaro. Il gol, certamente. Ma anche quelle poche frasi che in un battito di ciglia hanno compattato l'ambiente nerazzurro. "Proseguiamo per la nostra strada, senza guardare e parlare di nessuno. Continuiamo così, insieme per i nostri obiettivi. Grandi ragazzi", ha scritto ieri sui social il Capitano dell'Inter. Non è necessario rispondere alle provocazioni. In questo Simone Inzaghi è un grande maestro. La sua Inter viaggia in una bolla dove si parla esclusivamente di calcio, di lavoro e di sacrificarsi ragionando da squadra. Incredibile, vero? Parlare di calcio, intendo. Non c'è traccia di permalosità in tutto questo. Eppure, al di fuori di questa bolla dove i ragazzi di Inzaghi si caricano pensando a come conquistare la prossima vittoria, si sente uno strano rumore. È il rumore deluso di chi sperava che il rigore (che non c'era) sorprendesse Sommer e si stampasse in rete. È un sovrapporsi di grida che chiedono confusamente la testa dei nerazzurri ad ogni contatto o contrasto. È il rumore di chi vorrebbe che in testa alla classifica ci fosse un'altra squadra. Non l'Inter. Non noi.

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