ESCLUSIVA Serena: “Inter, vittoria da big. Inzaghi uomo giusto. Dzeko, intelligenza superiore”
ESCLUSIVA Serena: “Inter, vittoria da big. Inzaghi uomo giusto. Dzeko, intelligenza superiore”
Dopo un primo tempo in sofferenza, l'Inter a Firenze è uscita alla distanza. Una vittoria da grande: ne abbiamo parlato con Aldo Serena
Marco Macca
Dopo un primo tempo in sofferenza, l'Inter a Firenze è uscita alla distanza. Una vittoria da grande squadra, con cui i nerazzurri hanno lanciato un segnale fortissimo a tutto il campionato. Il progetto Inzaghi, partito tra tanti scetticismi e qualche ironia, è insomma partito alla grande. E tutto l'ambiente è tornato a sognare di colpo la conquista della seconda stella. Ne abbiamo parlato con l'ex attaccante dell'Inter Aldo Serena, campione d'Italia con i nerazzurri nella stagione 1988-89:
In Champions l'Inter, dopo un ottimo primo tempo, aveva subito il ritorno della corazzata Real Madrid, uscito alla distanza. Con la Fiorentina è accaduto il contrario. Segno di maturità? E' d'accordo sul fatto che quella di ieri dell'Inter sia una vittoria da grande squadra?
Il fatto che l'Inter sia riuscita a cambiare ritmo di gioco, atteggiamento, intensità e mentalità è sicuramente un segnale da grande squadra. Il secondo tempo ha legittimato una forza che l'Inter ha nei vari reparti. Nel secondo tempo, la Fiorentina non ha mai tirato in porta e i nerazzurri hanno verticalizzato, con un possesso palla più dinamico. Mentre nella prima mezz'ora la squadra ha subito il ritmo della viola. Ma il fatto di aver subito una sola rete e di essersi ripresa è sintomo di una grande squadra che ha tutto per far bene.
Nonostante la partenza di Hakimi e Lukaku, questa squadra sembra segnare di più e più pericolosa in fase offensiva. Merito di Inzaghi o delle caratteristiche dei nuovi acquisti?
E' più pericolosa anche perché si allunga di più rispetto alla passata stagione. La distanza fra gli attaccanti e l'ultimo difensore è ora più ampia rispetto alla passata stagione. L'Inter, dunque, adesso concede qualcosa in più, ma ha una facilità di dialogo, interscambi e una qualità molto alta. E' partito Lukaku, ma è arrivato Dzeko. Sotto il profilo dinamico, anche per l'età, Lukaku è di un'altra categoria, ma Dzeko ha la qualità giusta per dialogare con i compagni e per arretrare in modo da svolgere quasi il ruolo da trequartista/seconda punta, per mandare in rete i compagni. Dumfries è un progetto di giocatore simile ad Hakimi, ha quel cambio di passo che può far male quando gli avversari si allungano.
L'ha stupita questo ottimo impatto di Inzaghi sul mondo Inter?
Gli allenatori vanno scelti in relazione al momento della squadra e al progetto della società. Ricordo quando il Milan prese Capello, lasciando andare Sacchi, che aveva cambiato il mondo rossonero: c'era un certo scetticismo. Quando c'è stato un allenatore didattico, che insegna e aiuta i propri giocatori ad avere una collocazione in campo di un certo tipo, magari anche con allenamenti massacranti, dopo secondo me non è giusto andare a prendere un allenatore di pari atteggiamento. Va preso un tecnico che porti avanti il progetto, che metta del suo, ma che sia un mediatore, che abbia un approccio diverso. Credo che la scelta di Inzaghi sia andata in questo senso. Sta proseguendo il progetto Conte a modo suo. Credo che la scelta sia stata dunque giusta.
L'attacco ha perso Lukaku ma ha acquisto Dzeko e Correa. E' più completo?
Lukaku è un super campione, uno che rompeva le partite da solo. Trovare un sostituto di uno così non è assolutamente così. In più, i dirigenti si sono trovati con poco tempo a disposizione per trovare un giocatore adatto. Hanno però trovato un grande campione come Dzeko, uno che ha qualità, esperienza internazionale, intelligenza tattica di alto livello. La scelta era abbastanza ristretta, ma è stata fatta una scelta giusta. Dzeko può essere un punto di riferimento anche per qualche compagno giovane.
Lei tempo fa ci disse che Lukaku-Lautaro somigliava a Serena-Diaz. Rivede un po' di lei e Ramon in Dzeko e Lautaro?
A volte si fanno questi raffronti... Io e Ramòn eravamo più 'specializzati', gli attaccanti di oggi sono più completi. Ramòn era più bravo a svariare sull'esterno, rientrando o servendomi dei cross. Non è mai bello fare dei paragoni, anche perché parliamo di un calcio diverso.
E' d'accordo con chi sostiene che, senza il belga, sia Lautaro a dover giocare il ruolo di leader?
Penso di sì. Quando se ne va un riferimento così forte come Lukaku resta uno spazio di leadership da occupare. Lautaro lo può fare, perché ha caratteristiche e temperamento. Credo che quest'anno però ci voglia un turnover più equo rispetto alla passata stagione, in cui ricordo che Conte sostituiva molto più spesso Lautaro di Lukaku. Ci vuole più equità di gestione, soprattutto nel caso in cui hai una coppia così affiatata.
L'Inter vista contro il Real Madrid è pronta per raggiungere gli ottavi di finale di Champions?
Contro il Real l'Inter ha fatto un primo tempo di ottimo livello: ha giocato bene, anche se ha sbagliato un po' troppo sotto porta. In un primo tempo così, devi concretizzare, soprattutto contro squadre di questo livello. Servono mentalità e ritmi alti per tutta la partita. In Europa si gioca in maniera diversa rispetto al campionato, di certo l'Inter non può giocare come nei primi 30' contro la Fiorentina.
Siamo solo all'inizio, ma in base a queste prime giornate, che impressione si è fatto sulla lotta scudetto?
Quest'anno è molto incerta: il Napoli si è rinforzato; alla Roma c'è Mourinho, unico nell'infondere mentalità vincente ai suoi; c'è la Fiorentina, che nonostante la sconfitta mi ha fatto un'ottima impressione; c'è la Juventus, che rientrerà in gioco; e poi ci sono le milanesi, le favorite. Decisivo sarà anche il cammino in Champions. E non trascuro nemmeno la Lazio. Ma Inter e Milan secondo me sono favorite.
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