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Paolillo: “Inter la venderà Oaktree, non Zhang. Non vedo italiani, credo che l’acquirente…”

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Mentre in campo la squadra di Inzaghi prenota un posto per la finale di Champions, fuori il futuro dell'Inter è ancora tutto da decifrare
Marco Macca Redattore 

Mentre in campo la squadra di Simone Inzaghi vola e prenota un posto per la finale di Champions League a Istanbul, fuori il futuro dell'Inter è ancora tutto da decifrare. Ne ha parlato l'ex amministratore delegato della società nerazzurra Ernesto Paolillo, intervistato da Gianluca Rossi sul suo canale YouTube. Ecco le sue parole:

inter zhang

Debito enorme

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"Non conosco ovviamente le dinamiche interne attuali, se siano in corso trattative o meno, ma faccio conti facili, da uomo di finanza: il debito dell'Inter è enorme e non è sostenibile pagando un debito ai tassi d'interesse attuali come quelli che sta pagando l'Inter. Vorrebbe dire aggiungere deficit a deficit. Le coperture del debito diventano estremamente onerose. Sono convinto che, se Zhang non potrà esportare capitali come sembra e non potrà coprire attraverso altre risorse questo debito, non potrà fa altro, non trovando chi compra una società con questo debito, che rinunciare al pegno, ovvero alle azioni del club date in pegno a Oaktree in cambio del debito. A questo punto tutti gli scenari nuovi sono nelle mani di Oaktree e non di Zhang".

Nessuna trattativa

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"L'Inter non è una società quotata in borsa, per cui non ha tanti vincoli, nemmeno quello di avvisare quando parte una trattativa. Ha solo l'obbligo di denunciare delle operazioni perfezionate, non in itinere. Ma se ci fosse una trattativa lo si capirebbe da tanti segnali, come la due diligence di chi fa un'offerta e vuole vedere le carte. Segnali che sembra non ci siano".

No a cordate, sì a un fondo

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"Se credo a una cordata? No, non credo, perché chi deve assumersi il rischio e decidere è uno. Impossibile oggi pensare che una squadra di Serie A sia nelle mani di una cordata, anche perché poi chi decide allenatore, giocatori? Si finirebbe per assistere a riunioni da bar. Non vedo nemmeno un imprenditore italiano, visto il contesto economico che abbiamo, i venti di guerra che persistono e le problematiche che hanno gli imprenditori nelle loro aziende. Non credo questi si assumerebbero il rischio di comprare una squadra di calcio come l'Inter, che ha grandi costi. Io credo nelle possibilità di un fondo specialistico, che abbia tempo e risorse per gestire l'Inter".

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Palla a Oaktree

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"Fossi un investitore, non parlerei con Zhang ma aspetterei Oaktree e il momento economico giusto, visto che offerte sotto 1,2 miliardi non vengono accettate".

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