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Tutto sul sorteggio di ieri a Montecarlo e le sfide che avrà l'Inter di Cristian Chivu nella prima parte della Champions League 2025/26. Ecco quanto evidenziato dalla Gazzetta dello Sport sulle gare dei nerazzurri:
"Ci sono tutte le sfumature del gusto, dal dolce all’amaro, e poi ricordi impressi nella memoria e altri persi nelle nebbie. Vedendo comparire le avversarie nel maxi-girone di Champions, forse, l’Inter ha pensato più alle fresche ferite: domani saranno tre mesi esatti dalla Caporetto di Baviera e in rosa ci sono ancora tutti gli 11 spazzati via dal Psg. La terapia migliore per superare lo shock è riprovarci insieme, ma con nuovi giovani rampanti e un allenatore che quella coppa l’ha già sbaciucchiata da giocatore interista. Chivu si misurerà subito con due giganti inglesi, Liverpool e Arsenal, ma proverà pure a schivare la trappola spagnola dell’Atletico e quella tedesca del Borussia Dortmund. In più, ritroverà pure un pezzo di cuore lungo il cammino: tornerà nella “sua” Amsterdam, dove ha iniziato la scalata e messo al braccio una storica fascia a 21 anni, anche se questo Ajax disastrato è lontanissimo dalla gloria che fu.
Semmai, il tecnico romeno sarà contento di affrontare a San Siro i carrarmati di Premier, smisurati in campo e fuori: insieme Liverpool e Arsenal hanno speso oltre 670 milioni di euro e non si è ancora aggiunto Isak alla lista dell’insaziabile Slot, tecnico dei Reds. La squadra di Arteta, invece, è caduta 1-0 (rigore di Calha) a Milano giusto una stagione fa, ma rispetto ad allora ha aggiunto il centravanti mancante che butta giù le porte: Victor Gyokeres è uno degli incubi che svolazzano, ma non il solo. «Vogliamo essere protagonisti: affronteremo squadre di altissimo livello, in campi con atmosfere incredibili, ma ci faremo rispettare», ha dichiarato Chivu senza paura. Il suo presidente, Beppe Marotta, ha rintuzzato con orgoglio direttamente da Montecarlo: «Dal 2018-19 abbiamo maggiormente rappresentato l’Italia... Adesso abbiamo aggiunto 5 giovani, l’organico è in sintonia con le nostre ambizioni. Saranno decisive le condizioni fisiche e psicologiche».
Solo due volte negli ultimi 4 anni inzaghiani l’Inter si è fermata agli ottavi: nel 2021-22 si è arresa al Liverpool, nel 2023-24 all’Atletico, il resto sono solo finali. In questa nuova campagna europea riecco entrambi i rivali di allora: i Reds stuzzicano sempre la nostalgia nerazzurra, fanno volare alla rimonta degli eroi del Mago Herrera (3-1 lì, rovesciato dal 3-0 a San Siro nella semifinale del ‘65), ma ora sono freschi di titolo e pieni zeppi di talento. In tanti, però, guarderanno con rimpianto a quel neo—maggiorenne in panchina: è anche la sfida di Giovanni Leoni, interista mancato. Pure nella trincea del Cholo si parla, italiano: Ruggeri è il leader della sinistra, mentre oggi Raspadori sarebbe a Milano se in panchina ci fosse Inzaghi. Il Borussia Dortmund fatica a risalire in Bundesliga, ma è pur sempre la finalista di due stagioni fa: a spingere in casa la solita marea gialla, ma intriga l’altro Bellingham, Job, preso per 30 dal Sunderland.
Se i giocatori del Kairat, lì nella sperduta Almaty, non stanno nella pelle all’idea di arrivare a San Siro ed esultavano come bimbi in gita davanti alla tv, i nerazzurri erano invece ben contenti di aver evitato sette ore di volo verso il Kazakistan. Più comodo andare a Bruxelles per sfidare l’Union St. Gilloise, appena uscita da un cono d’ombra: dopo 90 anni, ha vinto di nuovo il campionato belga. Sulla panchina dell’Ajax John Heitinga prova a far dimenticare lo scudetto buttato via tra i campi di tulipani e può spaventare l’Inter col nome dell’eterno Cruijff: lo stadio è dedicato al genio che trafisse l’Inter in finale di Coppa Campione ‘71. Lo Slavia Praga giocherà in Italia nello stadio dedicato proprio a Meazza e, magari, risalirà all’anteguerra: nel 1938, Coppa Europa Centrale, bisnonna di questa Champions, l’Ambrosiana ne prese 9 dai boemi. Ancora oggi è la peggiore sconfitta in una grande storia e in campo c’era lui, Pepìn”, si legge.
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