editoriale

QUATTRO ANNI LUNGHI UN SECOLO

Tramandare le imprese calcistiche è un modo come un altro per consacrarle e onorarle. Ma è soprattutto uno stratagemma per non dimenticarle. Alla fine di questa stagione gli ultimi eroi del Triplete hanno salutato definitivamente la piazza che...

Sabine Bertagna

Tramandare le imprese calcistiche è un modo come un altro per consacrarle e onorarle. Ma è soprattutto uno stratagemma per non dimenticarle. Alla fine di questa stagione gli ultimi eroi del Triplete hanno salutato definitivamente la piazza che tanto li aveva amati. Quelle vittorie così speciali avevano incominciato a pesare e per qualcuno si erano tramutate nella causa dei mali nerazzurri. Quell'aria di rinnovamento alla quale la società nerazzurra ambiva si era fatta così urgente che, alla fine, si è deciso di fare un taglio netto con il passato. Nettissimo. Addio Cambiasso, Samuel, Zanetti e Milito. In un colpo solo. Non vi dimenticheremo, buona fortuna. Così è stato. Doloroso e strano. Nonostante tutto, improvviso.

Se andiamo a scorrere le formazioni di Bayern-Inter schierate nella finale di Champions League del 2010 al Bernabeu e poi ci concentriamo sulle rose che le due società schiereranno presumibilmente quest'anno (tenendo conto che il mercato è iniziato da poco e che quindi potrebbero esserci dei cambiamenti da qui a settembre) ci troviamo a riflettere su alcuni particolari. Della rosa del Bayern arrivata in finale, ad oggi, sono presenti ancora 4 giocatori piuttosto fondamentali: Lahm, Robben, Mueller e Schweinsteiger. 4 giocatori che si sono messi in evidenza anche durante questo Mondiale, 3 dei quali attualmente Campioni del Mondo. Ecco come si schierava il Bayern nella sera della finale:Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Robben, Van Bommel, Schweinsteiger, Altintop (dal 18’ s.t. Klose); Mueller; Olic (dal 38’ s.t. Gomez). (Rensing, Contento, Gorlitz, Pranjic, Tymoshchuk). All. Van Gaal

Della rosa che dal campo del Bernabeu uscì vittoriosa imbracciando la coppa con le orecchie non è rimasto invece nessuno. Nessun superstite di quel 2010 che oggi più che mai sembra così lontano. Eto'o, Pandev, Julio Cesar, Maicon, Lucio sono ormai un lontano ricordo. Gli altri li hanno seguiti a ruota in tranche più o meno dolorose. Ecco la rosa che vinse in quella fantastica sera del 22 maggio 2010:Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (dal 23’ s.t.Stankovic); Zanetti, Cambiasso; Eto’o, Sneijder, Pandev (dal 33’ s.t. Muntari); Milito (dal 46’ s.t. Materazzi) (Toldo, Cordoba, Mariga, Balotelli). All. Mourinho

Inutile dirlo, le due società hanno intrapreso strade e scelte molto diverse. I contesti nelle quali si trovano ad operare sono naturalmente estremamente differenti. Di quel 2010 all'Inter non è rimasto davvero più nessuno. Dai titolari ai panchinari, dal presidente ad altri ruoli chiave della società. Quattro anni che oggi sembrano un secolo. Un secolo disegnato da incertezze per le quali, oggi, semplicemente non c'è più tempo.

Cambiasso e Samuel hanno scelto di non accasarsi in squadre italiane per non dover affrontare il proprio passato al quale sono ancora molto legati. Lo hanno fatto in un silenzio carico di dignità, senza proclami. L'hanno fatto pur avendo entrambi offerte e la possibilità di giocare ancora da titolari. Chissà come si svolgono ora le loro giornate lontane da quella che è stata la loro casa per così tanti anni. Se scorrendo i titoli dei giornali sportivi sono presi da improvvisa nostalgia. Se il bisogno di voltare pagina è più impellente dei ricordi. Chissà. Toccherà a Ranocchia e a chi ha giocato, seppur per breve tempo, con loro, raccontare ai nuovi arrivati perché giocare all'Inter è così difficile e allo stesso tempo così speciale. Perché fuori dall'Inter è difficile dimenticare questi colori. Gli ultimi quattro anni sono stati una sorta di limbo. Oggi i ricordi si piegano a nuove priorità. Tornare a vincere è l'unico modo per combattere la nostalgia. Non si vive di sola nostalgia. Non più.

Twitter @SBertagna