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Berti: “Dumfries come Maicon, Barella mai fuori. Conte? Ha convinto Lukaku a perdere 8 kg”

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Della sfida di questa sera tra Fiorentina e Inter e del duello scudetto tra i nerazzurri e il Napoli ha parlato l'ex interista
Andrea Della Sala Redattore 

Della sfida di questa sera tra Fiorentina e Inter e del duello scudetto tra i nerazzurri e il Napoli ha parlato l'ex interista Nicola Berti a La Gazzetta dello Sport:

«Sarebbe stato il caso di andarla a vedere questa gara-1 tra Fiorentina e Inter. Però io al Franchi non sono gradito. Mi rifarò a inizio marzo al Maradona, la sfida col Napoli non me la perdo».


Nicola Berti, ci sta dicendo che il popolo viola ancora ricorda quel suo “tradimento”, come venne definito nell’estate 1988 quando disse di sì al presidente Pellegrini?

«Sembra incredibile, vero? Beh, quattro anni fa, prima del Covid, ho provato a tornare al Franchi insieme con mio figlio. Gli spettatori che avevo attorno mi hanno preso di mira finché non me ne sono andato. Uscendo mi è tornato alla mente di quando, Mondiale 1990, per consentirmi di entrare nel ritiro azzurro di Coverciano la Federazione dovette procurarmi una adeguata scorta dei carabinieri: parlo sul serio, la gente voleva darmi addosso».

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Si affrontano le squadre della sua Serie A, tre stagioni vissute a Firenze e dieci a Milano. Pronostico scontato?

«Io dell’Inter ero già tifoso da ragazzo e come calciatore ho vissuto in nerazzurro stagioni trionfali, conservo ricordi indelebili. Anche la Fiorentina è stata una tappa fondamentale della mia vita da atleta, se non mi fossi messo in luce con la maglia viola l’Inter non mi avrebbe comprato e la Fiorentina non avrebbe realizzato una significativa plusvalenza. Un’operazione di mercato come tante, eppure il popolo gigliato se la prese solo con me. Con un accanimento, una ferocia superiori alla contestazione poi scattata al trasferimento di Baggio in bianconero. Potrei anche essere orgoglioso di queste testimonianze di odio sportivo, che poi è indice di grande stima, se non fosse che, come dicevo, durano ancora».

In effetti sarebbe auspicabile un indulto...

«C’è stata una sola partita nella mia carriera in cui sono sceso in campo con le gambe tremolanti: Fiorentina-Inter del febbraio 1989. Fin dal riscaldamento venni intimorito da cinquantamila spettatori ululanti contro di me. Una bolgia. In altre circostanze, non poche, i fischi e gli improperi hanno avuto una conseguenza positiva sul mio rendimento, più mi contestavano e più mi gasavo. Ma quella volta accusai talmente l’ostilità che Trapattoni mi tolse dal campo dopo mezz’ora in cui avevo girato a vuoto».

Il classico cambio della disperazione...

«Eravamo in vantaggio, Matthaeus su rigore. Ultima di andata, era in atto un testa a testa col Napoli, guarda un po’ le coincidenze… Bè, io rientro negli spogliatoi e dopo due minuti sento un boato: pareggia Baggio».

All’intervallo 1-1 e poi girandola di reti sino al 4-3 finale.

«Fu la nostra prima caduta, negli spogliatoi dissi ai cronisti e poi anche in tv alla Domenica Sportiva che avrei chiesto spiegazioni al Trap sul cambio: con me dentro si stava vincendo. Ma in realtà sapevo di essermi ritrovato in grande difficoltà».

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Pensa che pure stavolta il Franchi riesca a ipnotizzare questa Inter che, vincendo, riacciufferebbe il Napoli?

«Io penso che la mia squadra del cuore sia la più forte del torneo. Certo queste due partite ravvicinate contro lo stesso avversario potrebbero nascondere insidie a livello mentale».

Questa Viola può incidere sul duello?

«Febbraio è un mese cruciale, l’Inter lo affronterà al meglio. La Fiorentina è un’ottima squadra e perciò bisogna tenerla in grande considerazione. Ma io sono ottimista. Abbiamo tanti giocatori al top: Lautaro ha ripreso a segnare, Barella non lo toglierei mai, Dumfries spinge forte, come faceva Maicon. Eppoi Inzaghi è padrone della situazione. Mi aspetto che utilizzi di più Frattesi, ci può dare tanto. Come tifoso mi sento tranquillo, parlando da addetto ai lavori, dico che ci attende una gran bella sfida perché il Napoli ha solo il campionato e Conte nel primo anno di lavoro sa ottenere il massimo dalle sue squadre. Se penso che ha convinto Lukaku a perdere 8 chili...».