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Conte non ha questo problema.
—«Immagino il suo lavoro a Napoli, con gli allenamenti specifici settimanali che alla distanza sono stati la differenza. Nelle altre squadre invece bagni e massaggi...».
Inzaghi cosa ha da rimproverarsi?
—«Certe situazioni gli allenatori le subiscono ed è ovvio che Inzaghi abbia provato a vincere tutto, poi però c’è il ragionamento specifico».
Spieghi, Bianchi.
—«Quando vinsi lo scudetto con il Napoli, nel 1987, la Coppa Italia era una maratona di 13 partite e mi feci portare avanti da quelli che giocavano meno in campionato. Funzionò e conquistammo entrambi i trofei».
Anche Conte lo ha fatto con il Napoli in Coppa Italia...
—«La scelta di Conte di uscire subito è stata intelligente. Ma Inzaghi è stato pure sfortunato a trovare nella semifinale di Coppa il Milan, perché nel derby rinunciare ai titolari diventa ancora più difficile. All’Inter hanno cercato di centrare il Triplete e sbagliato i conti. La mia tuttavia non vuole essere una critica. E poi non tutto è perduto».
L’Inter di Barcellona è viva.
—«Partita aperta, buono il risultato per l’Inter. In trasferta può essere più facile, negli spazi aperti. Ma il Barcellona mi è parso meno squadra: punta tutto su Yamal e pecca in difesa. Vediamo a Milano».
E in campionato, invece?
—«Dubito che gli azzurri possano farsi risuperare. Società sana, organico valido e un allenatore di cui è superfluo parlare. Conte ha un Napoli che non molla mai».
Che succede se il Napoli vince il secondo scudetto in tre anni?
—«Che l’egemonia del calcio italiano si sposta per un po’ al centro sud: sarebbe la più grande notizia».
(Repubblica)
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