Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex portiere Gigi Buffon ora nella delegazione dell'Italia di Gattuso ha parlato dei playoff per il Mondiale:

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Buffon: “Rispetto, ma non paura. Norvegia non male? È una top, tra le 3-4 più forti d’Europa”
Dal futuro, al presente: Irlanda del Nord, Galles, Bosnia. Meglio fuori casa, come dice Materazzi? Meglio una sana paura, come sostiene qualcuno?
«Non la penso come Marco: in partite così ogni aiuto conta e il pubblico dà una grandissima mano. E la paura attanaglia, non ti fa giocare: ci vuole invece il giusto rispetto, tenendo ben presente che per arrivare alla finale bisogna passare per la semifinale... non dobbiamo annegare in una nuova Macedonia».
Come dice il ct: siamo forti ma dobbiamo crederci di più.
«Esatto. Autostima. convinzione. Ma c’è altro. I ragazzi vogliono anche essere apprezzati, hanno bisogno d’affetto. Di entusiasmo. Loro danno disponibilità totale. Posso fare un appello? Vogliamo bene all’Italia. Tutti».
Gattuso è il ct giusto?
«Rino è il ct giusto, è la figura migliore che si potesse scegliere. E voi giornalisti lo sapete».
In che senso?
«Nel senso che parlate con i giocatori più di noi dirigenti, e sapete esattamente cosa pensano di Rino. Non pensi che non ci siamo accorti che i media che ci seguono sono meno critici».
Con la Norvegia non era facile non essere critici. Giocatori crollati, sostituzioni in ritardo…
«Essere critici è il vostro dovere, ci fa bene. Io ho solo detto che fino al 78’ eravamo 1-1: non è forse vero? Poi un crollo mentale, più che fisico, inaccettabile. Su questo dobbiamo lavorare tanto. Succedeva anche con Spalletti: dopo cinque partite di Nations da grande squadra, il blackout. Inspiegabile. Ma la Norvegia…».
Non è male la Norvegia.
«Male? Una top. Una delle tre o quattro più forti d’Europa. La Norvegia farà strada al Mondiale: ha entusiasmo perché sa di poter scrivere la storia, due o tre talenti che spaccano, e una fisicità unita al dinamismo, impressionante, non come trenta anni fa quando i giganti erano immobili, impacciati. A leggere la loro distinta a San Siro mettevano paura...».
Perché?
«Sette su undici della formazione titolare erano da 1,89 a 1,96. E poi con Haaland cominciano sempre da uno e mezzo a zero».
C’è altro da recuperare, cominciando da Chiesa?
«Dobbiamo recuperare tutti i migliori: se qualcuno si mette in evidenza, non c’è preclusione di sorta, anche perché ne abbiamo bisogno. Aspettiamo Chiesa: ce ne sono pochi in Europa come lui. Ma Rino non ha lasciato a casa nessuno che lo meritasse. Ripeto: conta il gruppo…».
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