Viste le performance di Asllani, Taremi e pure Zielinski, è giusto pensare che le riserve di Inzaghi non siano all’altezza dei titolari?
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Capello: “Inter, alcuni insostituibili. Zielinski è un altro, perché Frattesi non gioca?”
«La verità è che ci sono dei giocatori fondamentali, anche perché fanno giocare bene tutti gli altri, titolari o riserve che siano. Mi riferisco, soprattutto, a Calhanoglu e Mkhitaryan. Quando non ci sono loro, gli altri che devono “comandare” vanno in difficoltà. Asllani dopo tre anni di Inter lascia ancora qualche perplessità: ci si illude che possa giocare stabilmente al posto di Calha, ma il turco è di un’altra categoria. Taremi, invece, non riesce a far vedere quanto fatto in Portogallo: qui non conclude, non è incisivo. Zielinski ce lo ricordavamo nel Napoli dello scudetto, ma anche lui sembra molto diverso».
Allora l’Inter non ha due squadre di pari valore come si poteva pensare?
«Sarebbe una sciocchezza immaginare un’Inter 2 con la stessa forza dell’Inter 1: le volte in cui Inzaghi ha fatto giocare le seconde linee, spesso si è salvato per il rotto della cuffia. Finché c’era freschezza atletica, tutto veniva mascherato e andava bene. Adesso che sono meno freschi, si vedono difficoltà nell’impostazione delle partite. Soprattutto contro un Bologna aggressivo e vivo».
Come valuta il turnover di Inzaghi finora?
«Adesso è stato obbligato a farlo per gli infortuni, ma in generale sono dell’idea che il turnover vada sempre fatto in maniera non troppo esagerata, come a volte è capitato ad Inzaghi in passato. Soprattutto in Champions, dove evidentemente pensava fosse più facile. Bisogna far ruotare i giocatori, è vero, ma sempre all’interno di un nucleo che conservi la propria identità. E l’identità la danno solo i calciatori di maggior spessore».
Significa che alcuni non si possono proprio togliere dal campo?
«Non direi così... Ma è anche vero che l’unico che col Bologna ha veramente giocato da Inter, a tutto campo e con intensità, è stato non a caso Barella. Lautaro e Thuram hanno fatto la loro parte, Dumfries ha corso molto, ma tutto in maniera sporadica e senza continuità».
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