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Cremonese, Bianchetti: “Inter, ecco il ricordo più bello e il rimpianto più grande. Domani…”

Cremonese, Bianchetti: “Inter, ecco il ricordo più bello e il rimpianto più grande. Domani…” - immagine 1
Intervistato da Tuttosport, Matteo Bianchetti ripercorre il suo periodo nelle giovanili dell'Inter
Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 

Intervistato da Tuttosport, Matteo Bianchetti ripercorre il suo periodo nelle giovanili dell'Inter. Il capitano della Cremonese, che domani scenderà in campo a San Siro proprio per affrontare i nerazzurri, ricorda con affetto il suo periodo a Milano. "Il ricordo più bello? Sicuramente il percorso, perché partimmo con una sconfitta per 7-1 con il Tottenham che ci fece capire quale fosse il livello del calcio internazionale anche nelle giovanili. Quella batosta è stata il fulcro su cui è nata una stagione indimenticabile perché vincemmo pure lo scudetto".

 

Nessuno tra i ragazzi di quel gruppo è riuscito a far carriera all’Inter. Perché era ed è tanto difficile per un giovane italiano fare strada in una grande?

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«Perché, una volta uscito dalla Primavera, devi passare per dei prestiti in cui devi essere bravo e fortunato a metterti in mostra per poi ritornare alla base a giocartela. E perché in un club come l’Inter il livello è davvero molto alto. Infine perché, rispetto all’estero, c’è un po’ poco coraggio nel dare l’opportunità, è una questione culturale: qui i giovani vengono mandati a giocare qualche anno anziché provare a tenerseli in rosa».  

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Non aver mai esordito in prima squadra è il rimpianto più grande?

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«Spiace perché sin da ragazzino tifavo Inter e sarebbe stato il mio sogno. In più ci speravo perché per sei mesi mi sono allenato in prima squadra. Purtroppo il sogno è rimasto tale ma solo aver avuto la possibilità di allenarmi con tutti quei campioni è stato bellissimo e molto formativo. Certo l’esordio sarebbe stata la perfetta conclusione di quel cerchio».  

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A San Siro arrivate a pari punti dell’Inter: che effetto fa vedere la classifica?

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«È stupendo perché ti dà la possibilità di lavorare molto meglio. Quando riesci a portare a casa punti contro tutti trovi grande consapevolezza: non ce l’aspettavamo di essere così in alto ma, nel contempo, sappiamo che è passato solo un mese dall’inizio della stagione e anche noi possiamo migliorare tanto. Certo, nove punti dopo cinque giornate sono un ottimo bottino». 

Qual era il suo modello?

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«Chiellini, Barzagli e oggi Bastoni, anche se è più piccolo di me... Da tanti cerco e ho cercato di imparare qualcosa». 

L’avversario più difficile da marcare?

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«L’Higuain di Napoli era stratosferico, lo stesso Lautaro. E se ricordo la mia seconda da titolare in A contro la Juve di Tevez...». 

Matteo, dica la verità: un po’ ci sta pensando al fatto che domani entrerà in campo a San Siro da capitano contro la sua Inter?

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«È già stato bello col Milan, lo sarà ancora di più stavolta perché quello è il mio primo stadio e tornarci dopo 14 anni, per di più da capitano (Bianchetti portò la fascia pure il 30 agosto 2022, ma solo perché non giocò Ciofani, ndr), fa effetto visto che in mezzo c’è stata tutta una carriera passata tra momenti bellissimi e altri difficili. Sarà un po’ la chiusura di un cerchio». 

(Tuttosport)