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Diletta Leotta: “L’immagine aiuta, ma la preparazione è più importante. Avevo un sogno…”
Intervistata da La Gazzetta dello Sport, la presentatrice Dazn Diletta Leotta ha parlato del suo lavoro e del suo rapporto con Karius
Diletta, come ci si sente a essere considerata la regina del calcio italiano?
«Forse mi definirei “Regina di Cuori” visto che racconto quell’amore infinito che in Italia chiamiamo calcio. Mi ritengo una tifosa privilegiata perché ho la fortuna di vivere la Serie A da vicino. E nonostante il passare degli anni riesco ancora a emozionarmi».
La Serie A è iniziata con un record di ascolti su Dazn: che novità ci racconterà al debutto del nuovo Sunday show?
«Siamo carichissimi per il nostro nuovo programma “Fuoriclasse – powered by Haier Tv”, che mi vedrà alla conduzione per tutta questa stagione con analisi tattiche, commenti a caldo e momenti di puro intrattenimento. Nel corso della stagione, si alterneranno accanto a me leggende del calcio italiano e internazionale ma anche ospiti del mondo dello spettacolo, per un racconto sempre unico e appassionante. Sarà un format fresco, diretto e coinvolgente, pensato per appassionati di tutte le età. E grazie alla Fan Zone di Dazn, il pubblico potrà interagire in tempo reale, commentare, fare domande e condividere opinioni».
Dieci anni fa avrebbe mai pensato di arrivare così in alto?
«Onestamente no. L’obiettivo era condurre un programma come succederà da domani e avere anche una famiglia, però erano due sogni. La vita ti sorprende sempre, se ci credi e non molli mai».
Per le donne quanto è più difficile lavorare nel calcio rispetto agli uomini?
«Dazn ha sempre valorizzato il ruolo femminile. Davanti e dietro le telecamere. Siamo una famiglia nella quale viene data voce al talento, indipendentemente dal genere. Per carattere gioisco dei successi delle altre e sono una pro-donne. Dovremmo supportarci a vicenda: vivremmo in un mondo perfetto, ma un po’ di competizione è normale».
Essere una bellissima donna l’ha aiutata?
«L’immagine è importante, ma la preparazione e la capacità di raccontare gli eventi lo sono di più. Ho sempre puntato sull’amore per il mio lavoro e sulla professionalità. Accanto ai libri di diritto civile e penale che usavo all’università (è laureata in giurisprudenza, ndr), ora a casa ho i libri sul calcio. Ho studiato e penso di aver convinto sia nella forma sia nella sostanza».
Per quale complimento si imbarazza?
«Mi fanno piacere quelli dei miei colleghi di Dazn, quando mi dicono che lavorare con me è facile perché si crea un clima familiare. Vieri sostiene che si diverte a parlare di calcio con me, Stramaccioni che è contento di raccontare insieme la Serie A».
Con suo marito Karius c’è un accordo del tipo: “Quando siamo insieme non si parla di pallone”?
«Non abbiamo firmato un contratto “pre matrimoniale” (ride, ndr). Entrambi viviamo nel mondo del calcio e quando siamo insieme è inevitabile parlarne, ma abbiamo tanti altri argomenti: da nostra figlia Aria, alle mille passioni che condividiamo, passando per i nostri amici e i viaggi da fare».
A suo marito chiede spiegazioni sul calcio?
«Lui è un manuale vivente di questo sport, ma non glieli chiedo: mi bastano quelli dei miei colleghi».
Quanto è difficile stare con un calciatore che gioca all’estero, nello Schalke 04 in Germania?
«Difficile no. È impegnativo perché la distanza c’è e a volte ci vuole pazienza. Ci unisce l’amore».
Spera che prima o poi una squadra italiana abbia bisogno di un portiere che inizia con la lettera K?
«Sarebbe bellissimo vedere in Italia un portiere che inizia con la K».
Che rapporto ha con i social?
«Sono uno strumento potente. Da una parte mi divertono perché sono un filo diretto per raccontarmi a chi mi segue. Dall’altra so bene che mi espongono anche a critiche. Mi concentro sui commenti costruttivi e resto fedele a me stessa».
Pensa a un futuro nel cinema?
«Lo ammetto, il cinema mi affascina e qualcosa a livello di film ho già fatto».
Diletta e la musica: c’è una cantante in lei?
«Sotto la doccia mi sento Beyoncé (ride, ndr), ma il canto non è una delle mie doti. Non l’ho studiato e non sono un soprano, anche se la musica mi piace e da dieci anni la racconto su Radio 105».
Se le proponessero di tornare a Sanremo...
«Direi di sì, senza pensarci due volte perché quello del Festival è un palco che ti resta dentro per sempre. Se ci fosse l’occasione, mi racconterei in maniera diversa rispetto al 2020».
Mamma di Aria, moglie di Karius, volto di Dazn e conduttrice in radio: in 24 ore come fa a fare tutto?
«Non lo so neppure io, ma in qualche modo ci riesco. Aria è la priorità, il resto ruota attorno a lei».
Qual è il suo sogno nel cassetto?
«Uno? Ne ho tanti. Mi piacerebbe condurre un programma all’estero, crescere insieme alla famiglia, portare Aria allo stadio e sentirla dire: “Mamma, sono orgogliosa di te”. Ah dimenticavo, sogno pure di diventare presidente di una squadra di calcio».
La sua famiglia può crescere... numericamente?
«Vengo da una famiglia super numerosa e conosco i benefici di avere fratelli. Quindi perché no?».
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