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Dumfries: “Abbiamo perso la Champions veramente di merda ma poi penso che…”
La carriera di Dumfries è tutt’altro che comune. Poco più di undici anni fa, a diciott’anni, era ancora un calciatore dilettante al BVV Barendrecht. Ha stupito tutti, passo dopo passo.
Da lì è passato allo Sparta Rotterdam, poi all'Heerenveen, quindi al PSV, fino a diventare un titolare fisso sia nell’Inter che nella nazionale olandese. Con una resistenza fuori dal normale e una forza fisica eccezionale, Dumfries è arrivato ai vertici del calcio europeo.
E se il Denzel Dumfries di oggi potesse dire qualcosa al ragazzo che giocava a Barendrecht, cosa gli direbbe?«Bella domanda», risponde ridendo. «Gli direi: bravo, continua così! Il mio ex allenatore Alex Pastoor mi ha insegnato a godermi il momento, a essere consapevole di dove sono e a esserne orgoglioso.»
«Sei sempre preso da mille cose, al punto che a volte ti dimentichi di guardarti intorno», dice. «Ogni tanto però lo fai. Dopo la finale di Champions League, per esempio. Fa schifo perderla, ma il modo in cui l’abbiamo persa è stato ancora più di merda»
A quel punto qualcuno interviene, perché Dumfries aveva appena ricevuto un complimento per come parla con la stampa.«Ahah, questa magari non scriverla! Metti pure “terribile”!», scherza.
Quindi sì — il modo in cui l’Inter ha perso col PSG è stato “terribile”, dice Dumfries con un sorriso ironico. Poi torna serio:«Due finali di Champions League in tre anni… ogni tanto provo a fare un passo indietro e penso: Denzel, puoi esserne davvero fiero.»
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