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Si aspettava l’esplosione di Retegui all’Atalanta?
«Sinceramente sì, per due ragioni. La prima è che Mateo quando è arrivato al Genoa dall’Argentina praticamente non si è mai fermato, ha giocato ininterrottamente e a livello fisico un po’ questo ha pesato, ma si vedevano tutte le qualità del bomber. La seconda è che al riposo estivo si è unita la possibilità di trovare un maestro come Gasperini che lo sta perfezionando in tutto e i risultati si vedono».
Forse lei è stato fin troppo bravo a valorizzare questi giocatori, lo fosse stato meno magari sarebbero rimasti a Genova e lei non si sarebbe ritrovato senza attaccanti.
«Certe cessioni sono inevitabili per le casse del club e non sempre è facile trovare sostituti subito pronti a non farli rimpiangere, ma noi abbiamo pagato soprattutto i tanti infortuni di giocatori su cui facevamo affidamento. In più, circolavano tante notizie destabilizzanti sulle difficoltà economiche della proprietà. Nonostante questo, non ho mai cercato alibi e con i ragazzi rimasti a disposizione abbiamo provato a tenere duro, perché era il momento di stringere i denti. Mi spiace, sinceramente, essere stato esonerato dopo una vittoria in trasferta e un pareggio, quando si stavano recuperando gli uomini e ormai si vedeva la luce in fondo al tunnel».
Lei volle Balotelli, ma non ha avuto il tempo di testarlo. Mario è stato fino all’ultimo sul punto di partire in questo mercato.
«La scelta di prendere Balotelli era una sfida per entrambi e avrei provato a vincerla. Nell’ultima fase della mia carriera da giocatore ho ricevuto tante porte chiuse in faccia. So che rabbia e voglia di rivincita possano esserci in un atleta che sente di avere ancora qualcosa da dare. Avevo percepito questo in Mario. Gli auguro di riuscire a dimostrarlo».
Uno sguardo sull’attualità: chi vince lo scudetto?
«Posso dire quale sarà il podio: Conte è un perfezionista, il suo Napoli è primo con merito. Ma l’Inter è la squadra più forte: Inzaghi è un tecnico pragmatico che stimo moltissimo. L’Atalanta romperà le scatole a entrambe fino alla fine, Gasperini è un genio, ogni anno inserisce qualche situazione tattica diversa».
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