fcinter1908 news interviste Theo Hernandez: “Inzaghi mi ha convinto così. Non avrei mai lasciato il Milan, cosa è successo”

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Theo Hernandez: “Inzaghi mi ha convinto così. Non avrei mai lasciato il Milan, cosa è successo”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino del Milan ha parlato dell'addio ai rossoneri e della scelta di giocare in Arabia

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino del Milan Theo Hernandez ha parlato dell'addio ai rossoneri e della scelta di giocare in Arabia

Theo, come si vive a Riad?

«Da dio. È stata la scelta migliore. L’unico neo è il traffico: tremendo».

Come l’ha convinta Inzaghi?

«Mi ha detto: “Andiamo a vincere insieme?”. So che all’Inter lo chiamavano “demone”. In campo una persona, fuori un’altra: un gentleman. Ogni tanto mi ha fatto qualche battuta sul fatto che l’anno scorso gli ho fatto perdere la Supercoppa qui a Riad, ma anche lo staff mi ricorda i derby o i duelli con Dumfries».

Ha incontrato il Milan?

«Sì, prima della partita con il Napoli. Quando andai via non riuscii ad abbracciarli tutti come avrei voluto. Mi dispiace che abbiano perso. Ho detto “bravo” a Bartesaghi, che si merita tutto, e abbracciato Modric, con cui ho giocato a Madrid. Un genio: è di un altro livello».

Ha visto anche i dirigenti?

«Allegri, Tare e Ibra. Furlani non si è fatto vedere».

Non sarebbe mai andato via?

«Mai. La mia priorità era restare».

Lo scorso gennaio rifiutò il Como?

«Il mio agente non me ne ha mai parlato. Dicevano che avessi chiesto cifre esorbitanti per il rinnovo, che spingessi per la cessione... tutto falso».

Il suo post d’addio fu polemico: «La direzione che ha preso il club e alcune decisioni non rispecchiano i valori e l’ambizione che mi hanno portato qui» .

«È la verità. Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo è cambiato tutto in peggio».

Le critiche dei tifosi le hanno fatto male?

«Molto. So che ho commesso degli errori, come le espulsioni con la Fiorentina o col Feyenoord, ma siamo umani. Non ero sereno mentalmente e avrei potuto fare meglio, ma i tifosi sanno chi è stato Theo al Milan».

Si è parlato anche di presunte aggressioni.

«Finalmente ho l’occasione di parlarne: c’è chi vuole rovinarti la vita e la carriera. Sono stato male nel leggere certe cose, ma la mia famiglia sa che non è vero».

Torniamo al campo: disertare il famoso cooling break di Fonseca fu un errore?

«È stato ingigantito. Io e Leao eravamo entrati da poco e siamo rimasti lì. Dicevano che non avessimo un bel rapporto con gli allenatori, ma non era vero. Io andavo d’accordo anche con Conceiçao. Lui era autoritario, ma la gente parlava a vanvera».

Si è sentito abbandonato dal Milan?

«Avrei meritato un trattamento migliore. Non me l’aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice “se resti qui ti mettiamo fuori rosa” io che cosa posso fare? Cerco altro».

Il suo addio l’ha spiazzata?

«Mi sono sentito spaesato. L’anno scorso io e Calabria ci presentammo a Milanello con la maglia di Paolo, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra, la mancanza di milanismo di sente».

Maignan rinnoverà?

«Ha una situazione simile alla mia, e non è finita bene».

A proposito di Psg: suo fratello ha vinto la Champions… contro l’Inter.

«Ero felice quanto lui. Me lo ricorda anche Inzaghi, ma che posso fare? Ho il cuore milanista...».

Se il Milan vincesse lo scudetto?

«Festeggerei in mezzo ai tifosi».

E se le chiedessero di tornare?

«Ora voglio vincere qui. Ma finché ci sono certe persone non torno».