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fcinter1908 news interviste Inter, Volpi: “Zanetti indistruttibile, curare Ronaldo fu doloroso. Con Kanu invece…”

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Inter, Volpi: “Zanetti indistruttibile, curare Ronaldo fu doloroso. Con Kanu invece…”

Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Il racconto del responsabile dell'area medica nerazzurra nell'intervista concessa a La Repubblica

Interessante intervista concessa da Piero Volpi, responsabile dell'area medica dell'Inter, ai microfoni de La Repubblica. Lo storico dottore nerazzurro si è raccontato e ha svelato vari aneddoti: "Conobbi Marotta a Varese: era il factotum. A 15 anni era già d’aiuto per i magazzinieri, per il fisioterapista, per il segretario. Sapeva fare tutto, anche piantare i tacchetti nelle scarpe con martello e chiodi”.

Lei in che ruolo ha cominciato?

“Mezzala. Ma presto sono passato libero, una parola bellissima. Il modello erano Scirea e Turone, difensori tecnici e liberi, appunto, da compiti di marcatura. È un ruolo estinto”.

C’è una sua foto dei tempi del Como in cui alza il braccio per segnalare all’arbitro un fuorigioco.

“Giocavamo contro la Juve. Lasciatemi illudere del fatto che Franco Baresi, più giovane di qualche anno, abbia imparato da me quel gesto. Al tempo, il Var eravamo noi. L’importante era non esagerare, altrimenti gli arbitri non ti credevano più”.

Quale suo compagno di squadra avrebbe visto bene come medico?

“Aldo Serena. È una persona eccezionale, lo avrei voluto con me in Ortopedia, ma per sensibilità ed empatia sarebbe stato anche un bravissimo pediatra”.

È vero che Javier Zanetti fisicamente era indistruttibile?

“Quelli come lui sono una rarità. Lo paragono a Vierchowod. Un mix di genetica, professionalità e conoscenza del proprio corpo per prevenire gli infortuni”.

Oggi si gioca molto. Per voi medici è una sfida in più?

“Certo. Dobbiamo adeguare il nostro modo di lavorare, visto che indietro non si torna. Bisogna ottimizzare i dati, usare la tecnologia. Con tutte queste partite, i calciatori si allenano poco”.

Che esperienza fu gestire il ginocchio di Ronaldo?

“Fu doloroso anche per noi. Le tecniche diagnostiche e chirurgiche non erano quelle attuali. Campioni come lui o Van Basten avrebbero avuto carriere più lunghe”.

Cosa l’ha colpita della vicenda clinica di Nwankwo Kanu?

“Arrivò dall’Ajax senza che il suo cuore fosse mai stato testato. Aveva un’alterazione importante. Lo tenemmo con noi, lo facemmo curare, e finì la carriera in Premier League. Una soddisfazione enorme. Tutto grazie alla bontà di Moratti”.

Siete ancora legati?

“Certo. Ha fatto la storia dell’Inter e del calcio. Per i giocatori era come un padre, il club era una famiglia. E aveva bene in mente che nel calcio i tifosi ripongono molti dei loro sogni”.