Letizia Moratti, europarlamentare di Forza Italia, ex sindaca di Milano è tra coloro che hanno permesso - spaccando il centrodestra - di far passare la delibera su San Siro nel Consiglio comunale di Milano. Ai microfoni di Repubblica ha spiegato le motivazioni della scelta: «Per senso di responsabilità, perché pensiamo al bene della città e al suo futuro. Perché per noi il bene e lo sviluppo di Milano vengono prima delle convenienze di partito. Ovviamente non abbiamo condiviso tutto il contenuto della delibera. Ma qui c'era in gioco qualcosa di più dell'approvazione di un atto amministrativo: c'era in gioco la visione di futuro».

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Letizia Moratti: “San Siro? Agito per il bene di Milano. Sono interista ma…”
Quale futuro, può spiegare?
«La delibera per la vendita dello stadio Meazza era coerente con un progetto di rigenerazione e di riqualificazione di un'area che è, di fatto, un intero quartiere: San Siro non è solo lo stadio, c'è la vita di una zona che da tempo presenta delle complessità, la necessità di rilanciarla, la sicurezza. Tante cose di cui il quartiere ha bisogno. Parliamo di 280mila metri quadrati dove sorgerà - questo è fondamentale - una cittadella dello sport, ovvero strutture, negozi di prossimità, ristoranti. alberghi. Forza Italia ha agito per il bene di Milano».
Resta il fatto che mentre Fdl e Lega hanno votato contro, voi avete aiutato il sindaco.
«Con una città che ha due squadre come l'Inter e il Milan che hanno già rischiato di non giocare a Milano la Champions; con una città che ha rischiato di non avere gli Europei nel 2032; di fronte all'opportunità di avere 16mila posti di lavoro in più, 1l milioni di visitatori e tre miliardi di indotto, chiedo: com'era possibile che Forza Italia bloccasse una delibera come quella dello stadio, un progetto capace di coniugare storia, memoria, innovazione e futuro?».
La sua famiglia (Letizia Brichetto Arnaboldi è vedova del petroliere Gian Marco Moratti, ndr) ha l'Inter nel dna. C'entra qualcosa con il dribbling suo e di Forza Italia?
«No. C'entra solo la visione di futuro della città».
Non ha nostalgia di quando Inter e Milan erano in mano alle grandi famiglie milanesi (l'Inter ai Moratti, ndr)?
«Certo, ma lo stesso vale per tutti i grandi club. Io sono tifosa dell'Inter da quando ero bambina, non solo da quando ho sposato Gian Marco. Mia figlia addobbava l'albero di Natale coi pupazzetti dei giocatori. Si può avere nostalgia del passato, ma il mondo va avanti».
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