Intervistato a margine della cerimonia di conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa all'Università Bicocca, il presidente dell'Inter Beppe Marotta ha parlato di tanti argomenti:

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Marotta: “Primo obiettivo posto CL, poi di più. Chivu? Mai neanche pensato a esonero. Esposito…”
Giornata particolare, ricevere questa laurea è qualcosa di unico. Premia la mia carriera, il mio ringraziamento è esteso a società e presidenti con i quali ho lavorato.
Obiettivo scudetto?
"L'Inter deve partecipare per competere al massimo, non bisogna essere arroganti, ma ambiziosi. Poi se ci saranno squadre più forti bisogna riconoscerlo. Partiamo per cercare di raggiungere obiettivi, in primis quello della Champions che è fondamentale per la sostenibilità del club. E poi cercare di conquistare qualcosa di più importante".
Mai mandato via un allenatore in corsa se non Spalletti a Venezia...
"Devo dire con orgoglio che è una mia prerogativa. L'allenatore va valutato coi dirigenti che lavorano ogni giorno. Colgo l'occasione per dire che abbiamo un grande allenatore che non è per niente una situazione di emergenza, non è un ragazzino. Impersonifica valori importantissimi, quello del senso d'appartenenza, è stato 6 anni nel nostro settore giovanile, ma soprattutto è un allenatore preparato. Siccome sono stati espressi tanti giudizi che sono azzardati. Nessuno di noi ha pensato al cambio di allenatore, deve essere fatto quando ci sono presupposti drammatici, l'Inter non ha questi problemi".
Che prospetto è Esposito?
"Non dobbiamo caricarlo di pressione, ha tutte le caratteristiche professionali e umane per diventare un campione, ma il percorso è molto difficile e lungo. C'è un valore che deve tenere nel taschino, quello dell'umiltà e della passione che lo possono portare lontano".
Stadio, momento decisivo. Ottimismo?
"C'è sano realismo. Non ci si rende conto di come milano potrebbe non avere uno stadio. Sarebbe una sconfitta per l'intera città di Milano. Deve avere il suo stadio. San Siro non risponde più alle esigenze e ai criteri dal punto di vista regolamentare ma anche di ospitalità e anche adeguamento dei tempi. Rozzano? Se Comune Milano dovesse dire no è evidente che ci guarderemmo attorno. Sarebbe un dispiacere. Qualcuno ha raccolto il suo allarme? Italia politica dove equilibri sono precari, ma io non faccio il politico".
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