Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Lothar Matthäus ha parlato dell’Inter di oggi facendo un paragone con quella allenata da Simone Inzaghi.

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Matthäus: “Mi piaceva più l’Inter di Inzaghi. Chivu? Presto per giudicarlo. Sullo scudetto…”
Lothar, negli interisti è ancora vivo il ricordo di quella Inter e c’è ancora tanto amore per voi.
—«Ogni volta che vengo in Italia è così, lo percepisco sempre questo affetto. Ed è ricambiato da noi che abbiamo fatto parte di quella squadra vincente. San Siro pieno, lo scudetto, la felicità della gente. È stato tutto bellissimo».
Arriva all’Inter nell’estate del 1988. E pensare che qualche anno prima l’aveva chiesto il Milan.
—«Sì, era il 1986 e venne un dirigente del Milan a Monaco. Mi volevano ma io non mi sentivo ancora pronto per giocare in una Serie A che in quel momento era il campionato più difficile del mondo. C’erano tutti i più bravi: Platini, Zico, Maradona e tanti altri. Ma poi arrivò l’Inter e soprattutto a convincermi fu Trapattoni che in quel momento tutti consideravano uno degli allenatori migliori del mondo. Lui mi disse: “Non sei Platini né Maradona, ma io ho bisogno di te per vincere”. E aveva ragione. Io e Brehme che per me non è stato un compagno di squadra ma un fratello, abbiamo portato quella voglia di vincere che forse mancava all’Inter. E l’abbiamo trasmessa a tutto il gruppo di italiani che erano già fortissimi, ma che magari non credevano troppo in se stessi».
Oltre alla mentalità vincente avete portato anche parecchie birre...
—«Sì, è vero. Io e Andy, che mi manca molto, eravamo in stanza insieme e mettevano una trentina di lattine di birra nella vasca da bagno dopo averla riempita di ghiaccio. I compagni lo sapevano e la sera bussavano alla nostra porta chiedendoci una birra. Così abbiamo iniziato a diventare amici».
Anche l’Inter di Inzaghi sembrava sul punto di vincere tutto, poi si è fermata a un metro dal traguardo.
—«È vero alla fine non hanno vinto niente, ma è stata una stagione fantastica. Le due partite con il Bayern e le due partite con il Barcellona resteranno nella storia dell’Inter. Sono state due partite indimenticabili. La finale? C’è poco da dire, ho sofferto per la sconfitta ma neanche più di tanto perché la vittoria del Paris Saint Germain è stata assolutamente meritata».
Inzaghi se n’è andato e adesso c’è Chivu.
—«Non so quali siano stati i motivi che hanno portato Inzaghi a lasciare l’Inter, non so se ci sono stati problemi con la società. Certo l’offerta che è arrivata dall’Arabia era difficile da rifiutare. È ancora presto per giudicare il lavoro di Chivu, ma a me piaceva più l’Inter di Inzaghi».
E quest’anno l’Inter può vincere lo scudetto?
—«Sì, la squadra è molto forte e anche in Champions League ha subito iniziato bene. Credo che avranno tutti una gran voglia di dimostrare che sono i più forti».
Come faceva lei con il Trap e i suoi compagni.
—«Sì, io volevo sempre vincere e mi piaceva un calcio offensivo. Per questo con il Trap qualche volta non siamo andati d’accordo, ma lui per me è stato importantissimo da tanti punti di vista. Quando sono arrivato all’Inter calciavo solo con il destro, lui a fine allenamento mi dava i consigli per migliorare anche con il sinistro e dopo qualche settimana ho iniziato a usarlo con grande facilità. Se ho segnato tanti gol anche con il sinistro lo devo a lui».
(Gazzetta dello Sport)
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