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Sandro Mazzola, ex bandiera nerazzurra, ha parlato di Lautaro Martinez e altri temi a poche ore da Inter-Milan. Qui le sue considerazioni ai microfoni di Repubblica: «Lautaro si merita di entrare sempre più nella storia del club. Rappresenta l'interismo. Indossa la nostra maglia come una seconda pelle e fa parte da tempo della nostra grande famiglia, nel senso più profondo del termine».
Quale delle caratteristiche di Lautaro le piace di più?
«L'altruismo, la voglia di lottare su ogni pallone, essere sempre in prima linea e soprattutto il suo fiuto del gol. E da quello che ho visto sui campi di allenamento, alla Pinetina, vuole sempre migliorarsi. Quello è il segreto per restare sempre al top».
Insieme, in campo, avreste formato una bella coppia?
«Certo. Lui a battagliare con i difensori e io a inserirmi negli spazi, un po' come fa Thuram, nel quale mi rivedo. Il suo ritorno dall'infortunio è una buona notizia per l'Inter».
Che derby si aspetta?
«I derby sono sempre delle partite senza regole, conteranno l'approccio mentale e la voglia di fare felici i propri tifosi».
Un pronostico?
«Per carità, sono troppo scaramantico…».
Che effetto le fa vedere un grande campione come Modric in maglia rossonera?
«Quando arriva un vero fuoriclasse in Italia è un surplus per tutto il sistema, non solo per la squadra che ha la fortuna di poterlo schierare. Servirebbero più giocatori di quel livello in serie A».
Leao le piace?
«Sì, ma deve ancora dimostrare di meritare la qualifica di campione. La sua carriera ha avuto troppe pause. Ma la qualità non si discute».
Pensa che con Allegri ritroverà continuità e gol?
«Parliamo di uno dei migliori allenatori in circolazione, i risultati parlano per lui. Lo avrei visto bene in Nazionale».
Questo campionato la diverte?
«Molto. È combattuto, e penso possa restarlo fino alla fine. Le avversarie dell'Inter sono tutte di alto livello e hanno ottimi allenatori. Gasperini e Italiano stanno facendo molto bene. Per Conte, la sfida è gestire più impegni. Spalletti ha grande esperienza. E mi piace anche Palladino, giovane ma già esperto».
Come giudica questi primi mesi di Chivu sulla panchina dell'Inter?
«Molto bene. Ed ero sicuro che sarebbe andata così. È un uomo molto intelligente e sa di calcio. Gli allenatori emergenti sono quelli che si aggiornano, che vivono ventiquattro ore al giorno per la loro professione. Un bel vantaggio, in un mondo del pallone dove c'è anche chi è rimasto fermo a idee di dieci anni fa».
Lei lo scorso 8 novembre di anni ne ha compiuti 83.
«Ho festeggiato con i miei figli e con i miei sette nipoti. Una gioia immensa vederli crescere. Come mi piacerebbe poterli presentare a mio padre Valentino, che i suoi nipoti non li ha mai conosciuti».
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