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Morfeo: “Calcio di oggi mi fa schifo. Adriano un animale. Inter? So di aver fatto incazzare…”

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Domenico Morfeo ripercorre le tappe più importanti della sua carriera

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Domenico Morfeo ripercorre le tappe più importanti della sua carriera. Il rimpianto? Non aver fatto una vita da professionista. "Mi dispiace non essere sempre stato un professionista. Avessi avuto un’altra testa, chissà dove sarei arrivato. Mi è mancato quello, non mi piaceva correre né allenarmi".

Nel 1996 contro la Spagna segnò il rigore decisivo per vincere l’Europeo Under 21: in Serie A, al tempo, la volevano tutti.

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"Giocavo con incoscienza, per me è stata croce e delizia. Oggi forse gestirei tutto diversamente. Il calcio è stato il mio migliore amico, mi ha permesso di avere tutto quello che ho oggi, ma anche un nemico per alcune situazioni vissute". 

Qualcuno l’ha delusa?

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"Ho litigato con tanti, direi quasi con tutti. Quello del pallone è un mondo senza amicizie, fatto di rapporti di convenienza. Se devo fare un nome, di chi mi ha davvero deluso, dico il presidente del Parma Ghirardi. Io sarei sceso anche in B, lui invece mi ha fatto la guerra. Ma il tempo è galantuomo... si è visto che persona era". 

In carriera ha fatto da spalla a tanti grandi centravanti. Un flash per ognuno. Gilardino?

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"A Parma con Gila ci siamo divertiti. Pensi che in allenamento non lo voleva nessuno, non segnava manco con le mani. Poi si fece male Adriano e lui iniziò a buttarla dentro a raffica. Quanti assist gli ho fatto...". 

Adriano l’ha nominato lei. Siete stati insieme sia a Firenze che a Parma.

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"Un animale. Per me il più forte mai visto. Io e Adri eravamo legatissimi. Lo portai al mare da me a San Benedetto dei Marsi e in un bar vedemmo dei signori anziani che sbattevano le carte. Così mi disse 'al primo gol che faccio esultiamo cosi'. Segnò subito e festeggiammo in quel modo".

All’Inter che cosa non è andato?

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"Eravamo una grande squadra, personalmente ho fatto gol in Champions e credo di aver fatto il mio. Però si, ero il numero dieci e potevo fare di più. So di aver fatto incazzare Moratti, si aspettavano tutti molto da me".

Il calcio oggi le manca?

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"No, anzi mi fa schifo quello che vedo. Non tornerei mai. Lo trovo un mondo falso".

(Gazzetta dello Sport)