Arrigo Sacchi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto il punto sull'Italia di Gattuso a poche ore dalla sfida in Estonia sulla tortuosa strada verso i Mondiali 2026. Ecco le sue dichiarazioni:

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Sacchi: “Non andare al Mondiale sarebbe tremendo. C’è chi ha rifiutato l’Italia e questo…”
«Lo dico subito così chiarisco bene il mio pensiero: non voglio nemmeno immaginare che l’Italia non possa qualificarsi per il Mondiale. Dopo le due delusioni consecutive patite nel 2018 e nel 2022, sarebbe imperdonabile non partecipare. E comunque, lo aggiungo per spiegarmi ancora meglio, sono convinto che gli azzurri di Gattuso ce la faranno».
Con molta probabilità, se riusciremo a vincerle tutte, andremo a giocarci la qualificazione allo spareggio.
—«E allora? A me non interessa come ci arriviamo, al Mondiale. Mi interessa arrivarci. Perché non parteciparvi per la terza volta consecutiva sarebbe una botta tremenda per tutto il movimento. La Nazionale è la punta dell’iceberg. Se funzionano gli azzurri, tutti ne trarranno giovamento, a cominciare dai club che non sempre hanno dimostrato un grande interesse per la Nazionale. E qui parlo di cose vissute sulla mia pelle: quante volte ci sono state società che hanno messo i bastoni fra le ruote all’Italia? Nel nostro Paese dobbiamo imparare a fare sistema, dobbiamo lavorare uniti e non pensare soltanto agli interessi personali».
Certo che non ci aspettavamo di faticare così tanto per qualificarci. È d’accordo?
—«Chi pensa che si possano ottenere grandi risultati grazie al blasone è fuori strada. Nel calcio moderno c’è stato un livellamento. Al giorno d’oggi puoi perdere contro chiunque, perché le squadre sono molto organizzate, perché grazie alle tecnologie c’è un continuo scambio di informazioni e, in sostanza, non esistono più segreti. Tempo fa nessuno avrebbe immaginato che potesse impensierire l’Italia, invece la realtà dice che i norvegesi sono davanti a noi in classifica e ci hanno battuto nello scontro diretto in casa loro. La pagnotta bisogna guadagnarsela con la fatica e il lavoro».
Lei dice di essere ottimista. Da dove deriva questo ottimismo?
—«Principalmente dal fatto che ho visto miglioramenti nelle due partite che abbiamo disputato da quando Rino è commissario tecnico. Non voglio parlare di miglioramenti tecnici, anche se pure quelli hanno la loro importanza, ma di miglioramenti a livello di atteggiamento. Se non mi sbaglio, in precedenza c’è stato anche chi ha rifiutato di andare in Nazionale, e quella fu una vicenda che mi fece davvero male. Adesso mi pare che i comportamenti siano corretti e che tutti ci tengano parecchio alla maglia azzurra».
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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