00:44 min
fcinter1908 news interviste Sacchi: “L’Inter non perda di vista il campionato. Non è al massimo, il gioco deve migliorare”

news

Sacchi: “L’Inter non perda di vista il campionato. Non è al massimo, il gioco deve migliorare”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Arrigo Sacchi ha parlato del cammino dell'Inter in Champions e del lavoro di Chivu

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Arrigo Sacchi ha parlato del cammino dell'Inter in Champions e del lavoro di Chivu

«Vorrebbe dire chiudere i conti con la qualificazione agli ottavi e sarebbe fondamentale per poter gestire con calma e raziocinio le altre competizioni. E poi quattro vittorie in quattro partite di Champions è sempre un curriculum che, esibito agli avversari, mette paura. La squadra di Chivu ha lavorato bene, e la cosa non era per nulla scontata».

Se fosse sulla panchina dell’Inter, dopo aver archiviato la pratica-qualificazione si concentrerebbe soltanto sul campionato?

«Sapete come la penso: tenere i piedi in due scarpe, specialmente nel calcio moderno che ha ritmi forsennati, è molto complicato. Le partite internazionali tolgono tantissime energie sia fisiche sia mentali. E poi c’è il rischio degli infortuni che va assolutamente evitato».

Quindi che cosa farebbe?

«Intanto bisogna battere il Kairat, che non è così scontato perché quando affronti squadre nettamente più deboli le brutte sorprese sono sempre dietro l’angolo. Dunque, massima attenzione alla sfida contro i kazaki e dopo, se arriva il successo, testa al campionato».

Lei pensa che l’Inter dovrebbe dare priorità alla Serie A e alla corsa scudetto?

«I nerazzurri hanno un punto di distacco dal Napoli capolista, hanno un organico completo, credo che possano lottare fino in fondo per il titolo. È logico che, per poterci provare, devono risparmiare un po’ di energie. Io, per esperienza personale, ricordo che quando ero al Milan e c’erano le partite di Coppa Campioni, quelle di campionato, la precedente e la seguente, non riuscivamo a giocarle come Dio comanda».

Il Psg, nella passata stagione, ha faticato nell’avvio della Champions, ma poi, in primavera, è filato via come un treno. È quello il modello da seguire?

«Non so che tipo di preparazione abbia fatto il Psg, ma so che, in finale contro l’Inter, andavano come dei missili. Ecco, ritengo che, una volta guadagnata la qualificazione, l’Inter debba prima di tutto concentrarsi sul miglioramento del gioco e sull’interiorizzazione di certi movimenti che Chivu pretende dai suoi ragazzi. Una volta assimilata la lezione dell’allenatore, allora si può ragionare su quale obiettivo inseguire. Anche a Verona, nell’ultima di campionato, l’Inter ha conquistato i tre punti all’ultimo secondo e grazie a un’autorete. Ciò significa che il motore non è ancora al massimo dei giri. Quindi mi pare logico lavorare su certi meccanismi, e questo bisogna farlo in allenamento. È necessario che i giocatori abbiano la possibilità, se davvero riuscissero a mettere al sicuro la qualificazione, di allenarsi con continuità. L’allenamento quotidiano ti permette passi in avanti. L’Inter ha comunque un parco attaccanti migliore rispetto alla stagione scorsa: Lautaro, Thuram , Bonny e Esposito formano un quartetto di alto livello. E questo avrà il suo peso».

La Champions per l’Inter può essere una specie di terno al lotto, visto che ci sono molte avversarie di altissimo valore.

«È un ragionamento che ci sta. Se i nerazzurri possono lottare per il titolo, hanno il dovere di farlo. Poi, in Champions, si vedrà. Ma se guardo al Real, al Barcellona, che pure è stato eliminato dall’Inter nella passata stagione, all’Arsenal, al Psg, i nerazzurri sono ancora un gradino sotto. Possono arrivare a quei livelli, però c’è tanto lavoro da fare. L’importante è non perdere di vista il campionato».