fcinter1908 news interviste Scaroni: “Stadio, il progetto tra 7-8 mesi! La partita si vedrà ancora meglio, ecco come”

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Scaroni: “Stadio, il progetto tra 7-8 mesi! La partita si vedrà ancora meglio, ecco come”

Marco Astori
Marco Astori Redattore 
Ancora il presidente del Milan: "Abbiamo avuto già abbastanza ritardi, dobbiamo essere pronti nel 2031 perché c'è una scadenza che tocca non solo noi"

«Abbiamo chiuso la prima parte della partita, quella fondamentale. Ci abbiamo lavorato per anni, forse troppi, io da sempre. E ora possiamo dire che faremo uno stadio moderno, efficiente, che vivrà tutti i giorni. Come avviene nelle più importanti città d'Europa, certo. Ma il nostro sarà il più bello». Apre così Paolo Scaroni, presidente del Milan, la sua intervista ai microfoni di Repubblica sul tema stadio.

Lo avete affidato a Norman Foster e a David Manica, ma non abbiamo ancora visto nemmeno un rendering. I milanesi, che sono abituati a vedere bene la partita come da nessun'altra parte al mondo, si fideranno sulla parola?

«Prima dovevamo capire se si chiudeva la parte politica, adesso comincerà per noi il secondo tempo che durerà due anni. Ma il progetto dello stadio lo mostreremo tra sette, otto mesi. San Siro è vecchio ma ha una caratteristica fondamentale, si gusta benissimo la partita. Ecco, nel nuovo stadio si vedrà ancora meglio, perché gli spettatori saranno più vicini al campo e lo sviluppo ancora più verticale».

Che cosa si sente di promettere adesso ai residenti?

«Che per loro il nuovo stadio rappresenterà un vantaggio. Darà valore alla zona proprio perché vivrà tutti i giorni dell'anno».

A chi parla di speculazione edilizia che cosa risponde?

«Che da parte di Inter e Milan non ci sarà alcuno spazio per la speculazione. Faremo un albergo, la sede nostra e dell'Inter, un museo delle squadre e di San Siro, un piccolo centro commerciale di 15 mila metri quadrati, ristoranti e bar. Il tutto immerso nel verde.

Perché deve diventare un luogo da visitare sempre».

È stata fonte di dibattito politico, sia la vostra proprietà che quella dell'Inter. Fate lo stadio e poi vendete?

«No, non c'è nessuna ipotesi di cessione da parte di Cardinale, almeno nel medio termine. Non posso parlare dell'Inter, dico solo che il nostro azionista continuerà a investire e lo stadio sarà un punto fondamentale. Perché ci consentirà maggiori entrate, permettendo contemporaneamente ai tifosi di godere di una struttura più bella».

L'obiettivo è chiudere i lavori per cominciare nel nuovo stadio la stagione 2031. Non temete uno stop dalle inchieste che stanno impattando pesantemente su Milano?

«No, non abbiamo avvisaglie che possa succedere anche se siamo in Italia e sappiamo che potranno esserci altri ricorsi. Ma abbiamo avuto già abbastanza ritardi, dobbiamo essere pronti nel 2031 perché c'è una scadenza che tocca non solo noi, ma Milano e l'Italia intera: gli Europei 2032. La nostra città non può perderli».

Come si chiamerà il nuovo stadio?

«Io credo che continueremo a chiamarlo San Siro».

A proposito, che cosa rimarrà del Meazza?

«Quello che ci ha chiesto la sovrintendenza, per mantenere vivo il ricordo. Tutti siamo legati al San Siro attuale ma il passato non ci deve mai impedire di guardare avanti. L'esempio è l'Inghilterra con Wembley».

Continuerete a giocare lì per altri cinque campionati. Ma a capienza ridotta per i lavori lì a fianco?

«No, il cantiere non ci farà ridurre gli spettatori».

Scaroni, cosa si sente di promettere ai tifosi del Milan e dell'Inter?

«Modernità e innovazione. Milano è la città del fare, io, come tutti quelli che ci sono arrivati da fuori e i tanti turisti che la affollano, ne sono innamorato. Alla città e ai tifosi regaleremo lo stadio più bello d'Europa e ai residenti un quartiere rigenerato».